Trenta senatori della minoranza del Pd giurano battaglia all’Italicum e oggi sono pronti a votare contro, anche a costo di far cadere il Governo Renzi alla vigilia dell’elezione del nuovo Capo dello Stato, se i capolista resteranno bloccati. E’ la minaccia della minoranza del Pd al Senato, guidata dal senatore Gotor, al premier Renzi che si è detto disposto a discutere le ragioni della minoranza ma a condizione che si acceleri l’approvazione della riforma e che non si formi “un partito nel partito” dentro il Pd.
Renzi ha concesso 24 ore di tempo alla minoranza per trovare una linea comune che spiani la strada alla approvazione della nuova legge elettorale al Senato ma finora le sue aperture non sono state raccolte dalla minoranza del Pd che intende cercare la prova di forza in vista della battaglia per il Quirinale. “Mi vogliono pugnalare alle spalle” ha commentato.
Il premier è convinto però che alla resa dei conti la frangia dissidente si ridurrà ma il rischio che salti tutto (non solo l’Italicum ma anche il Governo) alla vigilia di un appuntamento decisivo come l’elezione del nuovo Capo dello Stato è altissimo.
Se la minoranza Pd riuscisse a spuntarla è evidente che i franchi tiratori si sentirebbero incoraggiati ad alzare il tiro in vista della battaglia del Quirinale con il pericolo che i tempi della legislatura si accorcino fortemente.
Nelle prossime ore si capirà chi sono i vincitori e chi i vinti. In quindici giorni Renzi si gioca tutto.
Oggi, intanto, Renzi rivedrà Silvio Berlusconi in vista dell’avvio delle elezioni presidenziali. Ieri il leader di Forza Italia ha incontrato Angelino Alfano di Ncd per cercare di unire le forze e sostenere un candidato moderato al Quirinale. Renzi però ha dichiarato che, al momento opportuno, farà un nome che possa unire tutti.
Nelle ultime ore sono salite le quotazioni della senatrice Anna Finocchiaro del Pd ma non è l’unica candidata per il Colle e non è ancora chiaro se Bersani – che vedrà Renzi in settimana – voglia candidarsi direttamente o no.