La Corte Costituzionale comunicherà oggi pomeriggio la propria decisione sull’Italicum. La sentenza era attesa per le 13-13.30, ma i giudici sono ancora riuniti in Camera di Consiglio. Ieri, dopo una mattinata di udienza per le arringhe dei legali che hanno impugnato la legge e un’ora nel pomeriggio per l’avvocatura dello Stato, che ha chiesto invece di confermare la legittimità dell’Italicum, la Consulta si è aggiornata a oggi, mercoledì 25 gennaio.
In particolare, i giudici costituzionali devono valutare la legittimità del ballottaggio, del premio di maggioranza, dei capilista bloccati, delle multicandidature con l’opzione del candidato di scegliere in quale collegio essere eletto. I rilievi su questi aspetti sono contenuti in cinque ordinanze giunte dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste.
A rischio soprattutto il ballottaggio: qualche giudice vorrebbe salvarlo, ma quasi sicuramente non ce la farà. Secondo i ricorrenti, il principio della rappresentatività viene calpestato in nome della governabilità e la sproporzione è eccessiva perché non è previsto un quorum minimo di voti da raggiungere per accedere al ballottaggio, basta arrivare secondi al primo turno.
“Siccome chi arriva secondo rischia di prendere, al ballottaggio, i consensi di chi era arrivato terzo per sconfiggere il primo — sottolinea l’avvocato Vincenzo Paolillo —, non si trasforma una maggioranza relativa in maggioranza assoluta, bensì una minoranza in maggioranza”. L’Avvocatura di Stato però controbatte che questo sistema vige in Paesi a noi vicini che hanno applicato la democrazia ben prima di noi.
Nella Corte c’è anche chi vorrebbe abolire il premio di maggioranza troppo alto, ma sembra improbabile che questo punto venga cancellato. Potrebbe saltare invece la possibilità dei capilista bloccati eletti in più collegi di scegliere il luogo di elezione determinando così, a loro discrezione, chi far entrare negli altri collegi come secondi eletti.