Dopo la decisione della Consulta di rinviare la decisione sull’Italicum, il Movimento 5 Stelle torna all’attacco sulla legge elettorale, nonostante appena due mesi fa Luigi Di Maio avesse affermato che “Non è una priorità del Movimento”.
Oggi un nuovo cambiamento di fronte da parte dei penstellati che hanno depositato una mozione che impegna la Camera, in vista della discussione sulla mozione di Sel e Si, ad adottare un “sistema elettorale con formula proporzionale da applicarsi in circoscrizioni medio – piccole, in quanto – secondo quanto si legge nel testo – oltre a garantire rappresentatività e vicinanza agli elettori, favorisce l’aggregazione tra le forze politiche piccole e medio-piccole, spingendole a mettere insieme le loro idee, se conciliabili, dentro forze politiche più grandi ma coese”.
Torna dunque in auge il sistema proporzionale che caratterizzava l’Italia nella Prima Repubblica, che però rischia di essere un rimedio peggiore del male, dato che, in base al passato, ottenere la governabilità con un meccanismo simile è impresa assai ardua. Non a caso, gli anni 80 sono celebri anche per l’esplosione del debito pubblico, causata dalle richieste di tanti gruppi politici, la cui ascesa è stata favorita da un sistema elettorale che esaltava la frantumazione della rappresentanza parlamentare e il trionfo del corporativismo.
Il progetto si rifà al celebre “Democratellum”, la proposta di legge elettorale nata in seguito ad una consultazione online dei grillini nel 2014 che prevede l’introduzione di un sistema proporzionale con preferenze e la creazione di un voto di “penalizzazione” per eliminare dalla lista un candidato, senza alcun premio di maggioranza.
“L’Italicum va cancellato tout court – affermano i deputati grillini della commissione Affari costituzionali – in quanto non è una legge migliorabile perché è antidemocratica e incostituzionale. Il governo Renzi sembra composto da un gruppo di dilettanti allo sbaraglio perché non è stato neanche in grado di scrivere una buona legge elettorale, dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta. Non ci piace l’Italicum, a prescindere dal fatto che possa farci vincere le elezioni o meno, perché a noi sta di più a cuore l’interesse dei cittadini, che devono essere adeguatamente rappresentati in Parlamento sia alla Camera che al Senato”.
Una proposta che mira a sottolineare, dopo le vicissitudini capitoline, la diversità politica dei 5 Stelle che “rinunciano” ad una legge elettorale che, almeno sulla carta, li favorirebbe nel caso in cui alle prossime elezioni si andasse al ballottaggio, ma che rischia di produrre effetti nefasti per la governabilità.
“Chiediamo al Parlamento – concludono i grillini – di approvare in tempi rapidi una nuova legge elettorale”.