Hobby farmers. Così Coldiretti ha definito gli italiani in un rapporto che ha evidenziato un boom del mestiere o dell’hobby di giardiniere. Il ritorno al contatto con la natura interessa soprattutto i giovani: il 51% dei giovani compresi tra 18 e i 34 anni coltiva da sé piante e/o ortaggi e lo fa, secondo l’indagine Coldiretti-Censis, soprattutto per la voglia di mangiare prodotti sani e genuini (26%), ma anche per passione (10%) e in piccola parte per risparmiare (4,8%).
Con l’arrivo del caldo sono in tutto oltre 20 milioni gli italiani che si sono messi al lavoro negli orti, nei giardini o e nei terrazzi per dedicarsi, oltre che alla tradizionale cura dei vasi di fiori, alla coltivazione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane. Il fenomeno ha una diffusione trasversale tra uomini e donne, fasce di età e territori di residenza anche se dall’analisi emerge appunto che se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, “adesso – spiega la Coldiretti – la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione. Un bisogno di conoscenza che è stato colmato con il passaparola e con le pubblicazioni specializzate, ma che ora ha favorito la nascita di nuove figure professionali”.
Gli italiani infatti si dedicano al lavoro nell’orto nei giardini e nei terrazzi privati, ma anche nei terreni pubblici o nelle aziende agricole, tant’è vero che per molti questa è diventata una vera e propria professione: in Italia si è registrato un aumento record del 51% delle iscrizioni di giardinieri alle Camere di Commercio, negli ultimi sei anni. A testimoniare la nuova tendenza è anche la crescita delle macchine e attrezzature per il gardening nel 2015 anche nei consorzi agrari, con un aumento rilevante dalle motoseghe (+5,8%) ai soffiatori/aspiratori (+8,5%), dalle motozappe (+3,8%) fino soprattutto ai rasaerba robot (+16%) secondo i dati di Comangarden.
“Senza dimenticare – aggiunge la Coldiretti – che mai così tante aree verdi sono state destinate ad orti pubblici nelle città capoluogo dove si è raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione ad uso domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo, sulla base del rapporto Istat sulla qualità del verde urbano del 2014, dalla quale si evidenzia che gli orti urbani in Italia sono addirittura triplicati in due anni“. Le coltivazioni degli orti urbani non hanno scopo di lucro, sono assegnati in comodato ai cittadini richiedenti e forniscono prodotti destinati al consumo familiare e, oltre a rappresentare un aiuto per le famiglie in difficoltà e ad avere anche un valore didattico, concorrono a preservare spesso aree verdi interstiziali tra le aree edificate per lo più incolte e destinate all’abbandono e al degrado.