Non ha ancora un logo, forse alla Leopolda di metà ottobre cambierà nome e non ha ancora cominciato un vero e proprio reclutamento, ma Italia Viva, la nuova formazione politica lanciata nei giorni scorsi dall’ex premier Matteo Renzi dopo il divorzio dal Pd, vale già il 6,4%. E’ quanto si ricava dal sondaggio Winpoll-Sole 24 Ore pubblicato stamattina dal quotidiano economico.
A meno di una settimana dal suo lancio, Italia Viva sarebbe così il quinto gruppo politico italiano dopo la Lega, il Pd, i Cinque Stelle e Fdi e davanti a Forza Italia, alla Sinistra, ai Verdi e a +Europa.
Ma da dove vengono i voti di Italia Viva e a chi li sottrae Matteo Renzi? Secondo il sondaggio, la maggior parte dei voti (28,1%) della nuova formazione politica europeista e riformista vengono dal gruppo di Emma Bonino (+Europa), poi dal Pd (25%) e da elettori di Forza Italia (23,4%), soprattutto dell’ala moderata e antisalviniana del gruppo berlusconiano.
“Sorprendentemente – nota il politologo Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore – non è il Pd a cedere il maggior numero di voti” ma questo spiega anche perchè il divorzio tra Renzi e Zingaretti è stato così dolce e rivela che l’obiettivo di Italia Viva è pescare npon tanto a sinistra ma soprattutto nel bacino elettorale centrista. Quello che però pochi osservatori evidenziano è che il 6,4% dei consensi è poco se si votasse adesso ma è tanto se lo si farà in un sistema elettorale pienamente proporzionale, verso il quale sembra ci si stia indirizzando dopo il taglio dei parlamentari.
Come succedeva ai tempi del Partito repubblicano di Ugo La Malfa e Bruno Visentini nella Prima repubblica, il sistema proporzionale esalta le piccole formazioni che, se gestite in modo intelligente, possono dare le carte e fungere da vero ago della bilancia. Ora certamente Renzi non ha certamente la statura politica di Ugo La Malfa ma è anche vero che i suoi interlocutori non sono nemmeno lontamente paragonabili ai Moro, ai Fanfani, ai Nenni e ai Berlinguer degli anni Sessanta e Settanta. E che le vicende di questi giorni – prima con l’apertura ai Cinque Stelle che ha mandato in fuorigioco Salvini e il sovranismo evitando le elezioni anticipate e poi con il lancio di Italia Viva – confermano che Renzi, al di là del giudizio politico che se ne può dare, è oggi il leader più dinamico che ci sia in Parlamento.