“Un gigante che non può andare in default”. Così ci vede il Brasile. E noi non possiamo che esserne compiaciuti. Tuttavia il colosso sudamericano sottolinea come la nostra economia, la terza maggiore in Europa, sia debole e abbia bisogno di grandi riforme per rimettersi in carreggiata.
Il quotidiano di São Paulo, Estadão, propone tre grafici (vedi immagini) elaborati dai dati dell’Unione Europea che riflettono chiaramente lo stato pericoloso in cui versa l’economia italiana.
Nel primo grafico viene esaminata la produzione industriale dall’ottobre del 2010 a oggi ed è evidente come abbia sempre oscillato tra i +2 e -2 punti percentuali fino al crollo di settembre. La produzione industriale ha toccato un record che non si vedeva dal 2008: -4,8%. Come fa notare il giornale i principali settori di forza dell’economia italiana sono il turismo, la moda, la costruzione meccanica, i prodotti chimici, automobilistici e dell’alimentazione e Lombardia e Toscana sono le regioni più ricche.
Nel secondo grafico invece si analizza il tasso di disoccupazione che nell’ultimo anno non è mai sceso al di sotto dell’8%. Certo il problema andrebbe indagato più a fondo, per poi vedere le disuguaglianze tra il nord e sud e soprattutto tra le diverse fasce di età (i ragazzi di età compresa tra i 25 e i 30 anni hanno raggiunto il 25,9%).
Nell’ultimo grafico invece è raffigurata l’evoluzione della crescita del Pil che negli ultimi mesi ha rallentato ascillando tra lo 0,1 e lo 0,6%. Attualmente l’Italia deve affrontare il grave problema del debito (che continua a lievitare con la crescita stagnante) e di un’alta inflazione. I prezzi al consumo di ottobre, con una crescita del 3,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è stata la più alta negli ultimi 16 mesi.
Anche se i dati sono poco incoraggianti, i brasiliani sembrano fiduciosi e sperano che il nuovo governo Monti avvii un processo di riforme adeguato per rilanciare l’economia italiana.
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