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Italia: terra di conquista o di conquistatori? Mille acquisizioni italiane all’estero in 5 anni smontano miti e pregiudizi

Cresce il Quinto capitalismo italiano, quello delle imprese medio-grandi che sempre di più vanno all’estero e comperano aziende oltre frontiera. Gli stranieri hanno comperato più aziende italiane di quante noi ne abbiamo acquisite all’estero ma le nostre aziende investono di più fuori dai confini nazionali

Italia: terra di conquista o di conquistatori? Mille acquisizioni italiane all’estero in 5 anni smontano miti e pregiudizi

Ogni volta in cui qualche gruppo straniero acquista un’azienda italiana il piagnisteo nazionale è garantito e la convinzione diffusa è che gli stranieri stiano, pezzo dopo pezzo, colonizzando l’Italia. Ma i numeri raccontano un’altra storia e un recente report di KPMG per L’economia del Corriere della Sera smonta miti e pregiudizi. Non è vero che l’Italia è diventata terra di conquista ma, al contrario, sono le aziende italiane di medio-grande dimensione, i nuovi campioni internazionali, che vanno ad investire sempre di più all’estero ed investono più di quanto gli stranieri investano da noi. Numeri alla mano, l’indagine KPMG dimostra che nei 10 anni che vanno dal 2014 al 2023 l’Italia ha concluso 1.673 acquisizioni all’estero per investimenti complessivi di 228 miliardi, mentre gli stranieri hanno investito da noi 203 miliardi. In altre parole l’Italia investe in aziende estere più degli stranieri in Italia. C’è però un rovescio della medaglia e sta nel fatto che, pur investendo meno, gli stranieri hanno acquistato in Italia 2.948 aziende, cioè più di quante noi ne abbiamo conquistate oltreconfine. Riassumendo: noi investiamo in aziende estere più degli stranieri da noi, ma loro hanno comperato più aziende di noi.

L’internazionalizzazione delle imprese italiane continua nel 2024: 46 acquisizioni nel primo trimestre

C’è un’internazionalizzazione crescente delle nostre imprese che vanno all’estero ad acquistare aziende sia per fare il salto dimensionale che per rafforzare il loro posizionamento di mercato. E’ un trend cominciato dieci anni fa ma che si è intensificato negli ultimi cinque con poco meno di mille nuove acquisizioni all’estero (980 per la precisione) e che è continuato anche nel primo trimestre del 2024. Quest’anno le imprese italiane hanno già concluso 46 acquisizioni estere per un investimento totale di 8, 4 miliardi.

Il Quinto capitalismo italiano delle medie imprese che crescono all’estero è una realtà

Questo fenomeno fa parlare di Quinto capitalismo, cioè di un’evoluzione del Quarto capitalismo italiano delle medie imprese, nel quale sempre più dominano la scena imprese medie aziende che investono all’estero e che hanno un forte profilo internazionale. Ma dove investono gli italiani che comperano aziende all’estero? I maggiori deal esteri di gruppi italiani riguardano i nostri colossi privati e pubblici e hanno visto in campo Stellantis, l’Eni e Leonardo. Ma è il dinamismo del Quinto capitalismo che sorprende e che vede le nostre medie aziende investire e acquisire imprese oltre le frontiere soprattutto nella farmaceutica (da Alfasigma a Chiesi, da Angelini a Menarini e a Diasorin), nelle tlc e media (con Cellnex e Inwit), nei prodotti di consumo, nei prodotti industriali e nei servizi finanziari. Ma dove investiamo? In Francia prima di tutto ma anche nel Nord America e nell’Asia-Pacifico. Il Quinto capitalismo vive e lotta insieme a noi ma sempre di più all’estero. E’ una realtà che smentisce tanti pregiudizi e che incoraggia un Paese, come il nostro, che è sempre attraversato dagli animal spirits del capitalismo ma che avrebbe bisogno, per fare un vero salto di qualità, di una politica industriale degna di questo nome. Arriverà davvero Industria 5.0? Chissà.

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