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Italia-Spagna: stasera la sfida che vale la finale

A Wembley, questa sera alle 21, gli azzurri sfidano le furie rosse nella semifinale degli Europei – Ecco le formazioni e le parole degli allenatori in conferenza stampa

Italia-Spagna: stasera la sfida che vale la finale

Penultimo scalino prima della gloria. Italia-Spagna (ore 21) non è mai una partita come le altre, a maggior ragione non può esserlo questa volta, visto che in palio, in un Wembley pieno al 75% della sua capienza (previsti circa 60 mila spettatori), c’è la finalissima degli Europei. Quella tra Azzurri e Furie Rosse, nella storia del calcio, è stata spesso una sfida agli antipodi, con loro a far girare il pallone e noi a difenderci bassi e ripartire: teorie valide entrambe, alla luce dei 37 precedenti complessivi che hanno visto 11 vittorie a testa e 15 pareggi (ma degli ultimi 8 l’Italia ne ha vinto solamente uno).

Questa volta però le carte in tavola sono molto diverse: non tanto per gli uomini di Luis Enrique, che pur non avendo più le eccellenze di qualche anno fa (Iniesta, Xavi, David Villa, Fernando Torres, ma anche Sergio Ramos, Puyol, Piqué e Casillas) continuano a giocare “alla spagnola”; quanto per noi, ormai convertiti al credo del Mancio, fatto di palleggio, baricentro alto e tanto, tantissimo, spirito offensivo.

Insomma, a Wembley potrebbe (condizionale d’obbligo) andare in scena una partita inedita, con gli italiani a sfidare gli iberici sul loro terreno. Del resto, seppur a distanza, è tutto l’Europeo che va così e cambiare ora sarebbe sbagliato, oltre che poco logico, per quanto un po’ di sano pragmatismo, al momento giusto, possa darci una bella mano.

“La Spagna è diversa dal Belgio, ma anche questa sarà una partita difficile – il pensiero di Mancini – Loro sono una squadra straordinaria da anni, poi hanno avuto un ricambio generazionale ma continuano ad avere giocatori bravissimi, oltre che un ottimo allenatore. Se vogliamo rimanere qui a Londra ci servirà una grande gara, del resto siamo in semifinale e il livello, per forza di cose, è alto. La critica ci vede già in finale? Allora speriamo che, per una volta, ci azzecchi…”.

Il tecnico di Jesi sa bene quanto entusiasmo ci sia verso la sua Nazionale, la prima, dopo anni di magra, capace di accendere il popolo azzurro al pari degli altri Paesi, ma non vuole che questa diventi un’arma a doppio taglio. La cattiveria agonistica vista contro il Belgio, infatti, è figlia anche di una settimana passata in sordina, quasi le ferite provocate dall’Austria, per fortuna senza conseguenze, avessero comunque lasciato il segno. Meglio non sottovalutare troppo la Spagna, per quanto sia lontana anni luce dall’epoca d’oro sopraccitata, quando vinse un Mondiale e due Europei consecutivi.

“L’Invencible Armada”, insomma, non esiste più: in compenso però c’è una buonissima squadra, schierata da Luis Enrique con un 4-3-3 che, a volte, diventa 4-5-1, dove gli esterni Jordi Alba e Azpilicueta arano il campo da una parte all’altra, Pedri e Koke svariano sulla trequarti senza dare punti di riferimento, Dani Olmo e Ferran Torres tagliano in area quando Morata viene a legare e viceversa, il tutto con la sapiente regia di Sergio Busquets, ultimo dei senatori rimasto. Indicazioni che Mancini conosce alla perfezione, tanto più che Pablo Sarabia, il migliore dei suoi in questo Europeo, non ci sarà per un problema muscolare.

L’assenza più pesante però ce l’abbiamo noi, visto che Spinazzola, a detta di tutti, è stato uno dei migliori esterni di tutta la competizione. Ne dovremo fare a meno per diversi mesi (ieri è stato operato al Tendine d’Achille, intervento perfettamente riuscito), per il resto però la formazione sarà quella già vista contro il Belgio, dunque 4-3-3 con Donnarumma in porta, Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini ed Emerson Palmieri in difesa, Verratti, Jorginho e Barella a centrocampo, Chiesa, Immobile (“in questi tornei il più criticato, spesso, finisce per decidere…” lo ha caricato Mancini) e Insigne in attacco.

“Siamo tra i leader come possesso ma anche loro vogliono dominare il gioco – ha confermato Luis Enrique – È la prima battaglia da vincere in campo, loro sono bravi anche in fase di non possesso e lo si è visto durante il torneo. Questa per noi è una grande occasione, davanti c’è un obiettivo importantissimo, dovremo essere al cento per cento. Se cerco rivincite con l’Italia? Assolutamente no, fui io a decidere di andarmene, la Roma voleva tenermi…”.

La Spagna, per la prima volta dopo tanto tempo, non arriva a una semifinale da favorita, ma se la giocherà senza snaturarsi e tradire sé stessa. Il 4-3-3 del CT iberico vedrà Unai Simon tra i pali, Azpilicueta, Laporte, Pau Torres e Jordi Alba nel reparto arretrato, Koke, Busquets e Pedri in mediana, Ferran Torres, Morata e Dani Olmo nel tridente offensivo.

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