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Italia, S&P Global mantiene il rating BBB con outlook stabile

Pixabay

S&P Global conferma il rating BBB dell’Italia mantenendo l’outlook stabile. È quanto emerge dalle tabelle pubblicate sul sito dell’agenzia di rating. Si temeva una revisione delle previsioni da stabile a negative, dopo avere tenuto conto della Nadef e della Manovra del Governo Meloni, ma alla fine così non è stato. La prova più difficile però sarà il giudizio di Moody’s il 17 novembre: Roma potrebbe perdere lo status di investment grade e scivolare in territorio junk (spazzatura), impedendo di fatto gli acquisti dei titoli italiani da parte di molti investitori.

Tuttavia, il quadro che emerge non è rassicurante. Da un lato c’è un debito pubblico che fatica a scendere, un disavanzo che sarà più corposo delle previsioni di primavera e l’incertezza sulle prospettive di crescita. Dall’altro, lo stimolo dei fondi europei – in particolare del Pnrr e del Next Generation Ee – che però faranno sentire i loro benefici soprattutto dal 2026.

Crescita lenta e debito alto

Il panorama generale non è affatto positivo: due guerre in corso, l’inflazione ancora alta che costringerà la Bce a mantenere i tassi alti più a lungo, l’inverno che sta arrivando e rischia di spingere all’insù il costo dell’energia. Tutti elementi che pesano sullo scenario di crescita, che rallenterà nel 2023 e nel 2024. Per quest’anno si stima un Pil in crescita dello 0,9%, dello 0,7% il prossimo e dell’1,3% nel 2025. Mentre “il debito del governo e la sua sensibilità alle condizioni del mercato resteranno elevati”, spiega l’agenzia, sottolineando che “dati gli elevati livelli di debito pubblico, l’Italia resta particolarmente sensibile a un deterioramento delle condizioni di finanziamento”.

“L’outlook stabile bilancia la nostra visione di un consolidamento di bilancio più lento di quanto precedentemente previsto – si legge nella nota – anche a causa dell’aumento dei pagamenti di interessi sul debito pubblico, con il significativo stimolo economico che i fondi Ue dovrebbero fornire”. S&P prevede un deficit al 5,5% del Pil nel 2023. “Questo in parte riflette l’ulteriore 0,8% di spese” che derivano dagli incentivi del superbonus.

I giudizi futuri di S&P Global

L’agenzia spiega che potrebbe abbassare il rating nel caso in cui “la traiettoria di bilancio del governo si discostasse significativamente dai suoi obiettivi. Anche un’attuazione solo parziale delle riforme strutturali economiche e di bilancio, in particolare quelle legate all’erogazione dei fondi Ue, porrebbe rischi per la crescita economica e le finanze pubbliche, e di conseguenza eserciterebbe una pressione al ribasso sul rating”.

Al contrario, evidenzia S&P, il giudizio potrebbe migliorare qualora “la performance di bilancio migliorasse, ad esempio grazie all’attuazione di politiche di riduzione del deficit o a una crescita economica più forte del previsto, portando a un calo del debito pubblico in percentuale del Pil”.

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Categories: Finanza e Mercati