La Cina è sempre più vicina. Secondo il Financial Times, in occasione della visita di Xi Jingping, l’Italia si appresta a siglare con Pechino molto più di un accordo commerciale: le infrastrutture previste nell’ambito della Via della Seta saranno finanziate dalla Asian Infrastructure Bank, nonostante le preoccupazioni di Bruxelles e di Washington.
Intanto, stanotte il plenum del Congresso Nazionale del Popolo ha approvato una legge sulla regolamentazione degli investimenti delle aziende estere in Cina: nel testo è presente anche una norma di salvaguardia dei brevetti e delle tecnologie detenute dalle aziende straniere. Queste ultime non saranno più costrette a condividere o rivelare le loro competenze ed il know how industriale. Si tratta di una norma sollecitata più volte dagli Stati Uniti, che potrebbe sbloccare i complessi negoziati tra le due superpotenze.
NO DEL SENATO USA A TRUMP
Il dossier Cina, assieme ai nuovi capitoli del dossier Brexit e al veto dei Senato Usa (grazie alla defezione di 12 repubblicani) alla nuova richiesta di Trump di fondi per il muro antimigranti alla frontiera del Messico, condiziona l’andamento dei listini, assieme al boom dei prezzi del petrolio. Niente, per ora, che danneggi l’ottimismo sostenuto dalle decisioni delle banche centrali.
Ma la giornata si chiuderà con il verdetto più atteso: l’aggiornamento del rating sull’Italia da parte di Moody’s. I mercati, a giudicare dai prezzi, scommettono che la temuta retrocessione non ci sarà. Facciamo gli scongiuri.
L’INDICE MSCI ASIA CHIUDE LA SETTIMANA A +2%
Le Borse dell’Asia stamane sono in rialzo, scontando la previsione di una prossima pace commerciale tra Cina e Stati Uniti. L’agenzia di Stato Xinhua riferisce di una telefonata “costruttiva” tra liu He, e Robert Lightizer, i de responsabili del negoziato. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen è in rialzo dell’1,9%. Hong Kong +0,9%. Seoul +0,6%.
L’indice Nikkei di Tokyo sale dell’1%, anche se stanotte la Banca del Giappone ha rivisto al ribasso, come tutti si aspettavano, le previsioni sui principali indicatori economici. Lo yen, il bene rifugio dell’Asia, si indebolisce a 111,7 su dollaro.
L’indice di riferimento dell’area geografica, l’MSCI Asia Pacific, si avvia a chiudere la settimana con un guadagno di quasi il 2%.
Le notizie in arrivo da Oriente sono destinate a dissolvere le preoccupazioni emerse ieri sui mercati Usa, preoccupati per il rinvio della visita di Xi negli Stati Uniti. Piatto il Dow Jones (-0,03%), deboli S&P 500 (-0,09%) e Nasdaq (-0,16%).
PETROLIO A 67 DOLLARI, OGGI IL BUSINESS PLAN ENI
Resta sui massimi il petrolio. Il Brent è trattato stamane a 67,2 dollari il barile, ieri sera a ha chiuso in lieve calo. Société Générale stamattina alza di cinque barili le previsioni di medio periodo sul greggio del Mare del Nord portandole a 70 dollari il barile: obiettivo di prezzo medio del terzo trimestre. Gli analisti della banca francese affermano che le sanzioni all’Iran e le difficoltà del Venezuela nel mantenere i livelli di produzione, sono i due temi più rilevanti. L’Arabia Saudita non sembra voler colmare quel che potrebbe venire a mancare nei prossimi mesi sui mercati dei combustibili fossili.
Stabili ieri Eni (+0,1%), che oggi presenterà il piano strategico. Saipem (+0,1%) ha annunciato di aver ricevuto ordini per 222 milioni di dollari nell’area perforazione.
L’euro tratta a 1,131 su dollaro, in lieve rialzo, ieri -0,2%. L’euro-sterlina, dopo cinque giorni di movimenti giornalieri molto ampi, dovuti alle convulsioni della Brexit, sembra volersi assestare a 0,854, ieri l’euro ha guadagnato lo 0,5% su sterlina.
LONDRA CHIEDE TEMPO, TUTTI SU I LISTINI EUROPEI
Avanzano compatte le Borse europee, ormai ad un passo dai massimi di ottobre. Si allontana il rischio di una hard Brexit così come di possibili tensioni sui tassi. Il rinvio della visita del presidente Xi in Usa non incrina la fiducia generale, anche se Francoforte, la più sensibile ai dazi, è la piazza più cauta.
A Milano l’indice Ftse Mib +0,62% ha chiuso a quota 22.925 dopo scambi per 2,4 miliardi di euro (+18,26%, rispetto alla vigilia). Tonica Parigi (+ 0,82%), davanti a Madrid (+0,19%).
Pesano su Francoforte (+0,11%) è i conti di Lufthansa (-6,04%). Ma a condizionare il listino è l’indice Ifo da cui risulta che nel 2019 l’economia tedesca salirà solo dello 0,6%, dimezzando la stima precedente dell’1,1%. La crescita riprenderà tono nel 2020 (+1,8% contro una previsione iniziale di +1,6%).
Londra +0,36% in attesa dell’ennesimo voto sulla Brexit, stavolta per decidere se rimandare o meno la scadenza per l’uscita dalla Ue, finora fissata al 29 marzo per ora in agenda. In serata la richiesta è stata approvata: la Gran Bretagna chiederà un rinvio di tre mesi per dare il via alla separazione.
BTP A 2,5%, NUOVO BOOM DI ACQUISTI
Continua la luna di miele dei mercati obbligazionari con la carta italiana. Ieri sera si è chiusa con il tutto esaurito la riapertura delle offerte sui titoli a 3, 7 e 20 anni riservate agli specialisti.
Il rendimento del titolo a dieci anni ha chiuso al 2,5%. Lo spread scivola a 241 punti contro 249. Il rendimento del benchmark tedesco è infatti salito allo 0,091 (+5,81%).
LEONARDO PRENDE IL VOLO
A Piazza Affari è salita in volo Leonardo (+13%), sui massimi da novembre sull’onda di volumi record: sono passate di mano oltre 16 milioni di azioni, il quantitativo giornaliero più elevato degli ultimi otto mesi. La società ha chiuso il 2018 con 1,13 miliardi di euro di Ebita, circa quaranta milioni di euro sopra le aspettative del consensus. Per il 2019 Leonardo prevede 1,17-1,22 miliardi di euro di Ebita, ricavi tra 12,5 e 13 miliardi di euro di ricavi. In seguito ai conti positivi, Kepler-Cheuvreux ha promosso la raccomandazione a Buy da Hold portando il target a 11,80 euro da 10,50 euro.
BANCHE IN ASCESA, BPM SUPERSTAR. GENERALI, CONTI OK
Il calo dello spread e il prossimo varo della nuova Gacs (il nuovo schema di garanzia pubblica avrà durata di due anni) hanno favorito il rimbalzo del settore bancario. In forte recupero Banco Bpm +4,43 davanti a Bper +2,02%. Bene anche Unicredit (+1,3%) e Ubi Banca (+1,2%). Intesa +0,72%.
Generali +1,2% nel giorno dei conti. Il Leone chiude il 2018 con 65,2 miliardi di euro di premi, in calo del 2,6% anno su anno, leggermente sotto le aspettative. Utile operativo in calo dell’1,8% a 4,85 miliardi di euro, ma poco sopra le stime degli analisti. Risultato netto a 2,31 miliardi, in calo del 6,8%. Combined ratio a 93%: il consensus si aspettava 92,6%. Il consiglio di amministrazione propone il pagamento di un dividendo di 0,90 euro, in linea con le attese.
Fuori dal paniere principale, Autogrill + 4% dopo i risultati, che si collocano sulla parte alta della forchetta indicata dalla società. L’utile netto si attesta a 68,7 milioni di euro. La società prevede di erogare un dividendo di 0,2 euro ad azione. Amplifon +3,5%.
DEBUTTO CONTRASTATO PER IL FATTO QUOTIDIANO
In forte calo dopo i conti Safilo (-4%) e De Longhi (-4,9%). Giù anche Maire Tecnimont (-4%), al centro di un’inchiesta della Procura di Milano.
Debutto contrastato all’Aim del Fatto quotidiano: rialzo a doppia in cifra in avvio ma -0,69% in chiusura.