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Italia: la produzione frena, l’occupazione corre

L’occupazione è tornata ai livelli pre-crisi mentre la disoccupazione è scesa al livello più basso degli ultimi sei anni – Brusca e inaspettata caduta per la produzione industriale, calata a luglio dell’1,8% rispetto al mese precedente. Timori per le ripercussioni sul Pil

Italia: la produzione frena, l’occupazione corre

Una notizia buona e una cattiva. Questo il bilancio dei dati macro diffusi oggi, 12 settembre, dall’Istat, secondo cui mentre l’occupazione è tornata ai livelli pre -crisi nel secondo trimestre del 2018, a luglio la produzione industriale ha registrato una brusca e inaspettata frenata.

I DATI SULL’OCCUPAZIONE

Nei mesi di aprile, maggio e giugno del 2018, l’Italia ha “raggiunto e superato il numero degli occupati del secondo trimestre 2008 – afferma l’Istat – e il tasso di occupazione 15-64 anni non destagionalizzato è tornato allo stesso livello (59,1% in entrambi i periodi)”.

Allo stesso livello di occupati del 2008 corrisponde anche una maggiore presenza di dipendenti (77%; +2,8 punti), in particolare a termine (13,4%; +3,1 punti) e di lavoratori a tempo parziale (18,7%; +4,1 punti). I

Giù il tasso di disoccupazione, sceso nel secondo trimestre al 10,7%, il livello più basso degli ultimi sei anni. Nel dettaglio, per trovare un dato ancora più basso bisogna risalire al secondo trimestre del 2012, quando il tasso di disoccupazione era al 10,6%.

Rispetto al primo trimestre tra l’altro, il calo è di 0,2 punti percentuali che diventano 0,3% punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A livello tendenziale per il quinto trimestre prosegue – con minore intensità- la diminuzione dei disoccupati (-34 mila in un anno, -1,2%) che riguarda solo il Sud.

PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CADUTA

La gioia per il dato positivo sulla disoccupazione è durata solo pochi minuti. Subito dopo è arrivato infatti il risultato di luglio della produzione industriale che ha fatto segnare un calo dell’1,8% rispetto a giugno e dell’1,3% rispetto a luglio 2017 (nei dati corretti per effetti di calendario). Gli analisti si aspettavano una flessione molto più contenuta, pari allo 0,3%.

Si tratta, spiega l’Istat, della prima contrazione tendenziale a partire da giugno 2016, due anni fa, e del risultato peggiore da oltre tre anni. L’ultimo ribasso della stessa portata risale infatti a gennaio 2015 (-1,8%). I dati grezzi segnano invece +1,8%.

Nella media dei primi sette mesi la produzione è cresciuta del 2% su base annua. Nella media del trimestre maggio-luglio, invece, il livello della produzione registra una flessione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti.

Parlando dei singoli comparti, il ribasso è generale: beni strumentali (-2,2%), beni di consumo (-1,7%) beni intermedi (-1,2%); energia (-0,8%).

Un campanello d’allarme difficile da ignorare soprattutto per gli effetti che potrebbe avere sulla crescita del Paese. “E’ un dato molto debole all’inizio del terzo trimestre, che aumenta il rischio la produzione possa dare un contributo negativo al Pil”, commenta su Reuters Loredana Federico, economista di UniCredit, imputando il rallentamento a una debolezza della domanda estera legata alle tensioni sul commercio internazionale, cui si aggiunge un’anemia di quella interna.

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