I dati Istat certificano un amento congiunturale dello 0,8% sia per l’export che per l’import. Questa crescita è dovuta all’interscambio con i paesi extracomunitari (+2,8% per l’export e +2,4% per l’import), mentre risulta in flessione lo scambio commerciale con i paesi UE.
Ad aprile la crescita tendenziale è pari al 12,9% per l’export e al 20,7% per l’import, mentre nei primi quattro mesi del 2011 l’incremento è stato del 16,9% per le esportazioni e del 22,5% per le importazioni. Bene i valori dei volumi dell’interscambio, in aumento del 4,3% quelli esportati, quasi il doppio quelli importati (+8,3%). Rallenta invece la crescita dei valori medi, pari all’11,5% per l’import e all’8,3% per l’export. Al rilento anche i valori medi unitari dei prodotti energetici (+26,9% all’import e +29,1% all’export).
Da segnalare invece, il calo dell’interscambio in volume dei beni di consumo durevoli (-4,1% all’export e -2,1% all’import).
Il disavanzo ad aprile è stato di 3,8 miliardi di euro, costante rispetto al mese precedente, in aumento se si confronta con i dati di aprile 2010, dove il disavanzo era pari a 3 miliardi. I settori che stimolano maggiormente gli scambi sono i beni strumentali e i prodotti intermedi, che insieme ai prodotti energetici, spiegano i tre quarti della crescita complessiva dell’import. La crescita dell’export è trainata dalla vendita di mezzi di trasporto (esclusi gli autoveicoli) agli Stati Uniti e alla Francia (solo le vendite negli Usa garantiscono due punti della crescita complessiva) e di metalli di base e prodotti in metallo verso Germania, Svizzera e Francia (per un totale di 1,5 punti percentuali della crescita).