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Italia, il Pnrr spinge gli investimenti in infrastrutture: 125 miliardi di euro entro il 2032. Rapporto FPS

Pixabay

L’Italia sta attuando il suo più grande piano di investimenti in infrastrutture e parte di questo merito va dato ai finanziamenti europei, in particolare tramite il Pnrr. Entro il 2032 sono previste opere strategiche per un valore di 125 miliardi di euro.

Attualmente, sono in corso circa 1.700 cantieri, di cui 20 infrastrutture strategiche sono in fase avanzata di costruzione, con un valore stimato di quasi 60 miliardi di euro, (dati PwC Italia). Questo sforzo mira a colmare il divario infrastrutturale con altre importanti economie europee.

Alla fine del 2021, il valore delle infrastrutture di trasporto in Italia era di circa 487 miliardi di euro, in confronto ai 717 miliardi della Francia e ai 956 miliardi della Germania, secondo una stima della Fondazione per la Sussidiarietà (FPS).

È quanto emerso oggi alla presentazione a Milano del Rapporto “Sussidiarietà e… governo delle infrastrutture”, realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà (FPS) a cui ha partecipato il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini.

Italia: 0,5% del Pil destinato alle infrastrutture

L’Italia dedica solamente lo 0,5% del suo Pil (dato del 2020) alle infrastrutture di trasporto, una percentuale significativamente inferiore rispetto ai principali partner europei come la Francia (0,9%), la Germania (0,8%) e la Spagna (0,5%) secondo i dati più recenti disponibili (2021). Nel periodo dal 2010 al 2019, l’Italia ha investito circa 96,4 miliardi di euro nella costruzione e manutenzione delle infrastrutture di trasporto, cifra notevolmente inferiore rispetto ai 227,8 miliardi di euro della Germania, ai 223,6 miliardi di euro della Francia e ai 186 miliardi di euro del Regno Unito. Solo la Spagna ha registrato un investimento inferiore, con circa 90,4 miliardi di euro.

Il 64% dei fondi del Pnrr devono essere ancora spesi

Il Rapporto FPS sottolinea la necessità di riflettere sui mezzi per implementare il nuovo ambizioso piano infrastrutturale. A tre anni dalla data prevista per il completamento dei progetti del PNRR, il 64% dei fondi è ancora da utilizzare.

Sarebbe, quindi, utile adottare in Italia di “modelli collaborativi sussidiari,” già in uso in molti paesi. L’Italia è chiamata a fare una scelta cruciale per il proprio futuro, considerando le sfide legate alla crisi del modello di sviluppo attuale e le questioni di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

I principali progetti da realizzare

Tra i principali progetti infrastrutturali in corso in Italia vi sono l’alta velocità ferroviaria, le “strade intelligenti”, le opere previste per il Giubileo 2025 e il Ponte sullo Stretto di Messina. Una massiccia “fabbrica di infrastrutture” vista come un motore per l’economia e l’occupazione, un incentivo per la manutenzione delle opere e una risposta al problema del dissesto idrogeologico.

Una grande sfida per l’Italia, dovendo realizzare il 90% in più di opere rispetto al passato, in un contesto in cui le imprese di costruzioni si sono ridotte del 70%, i modelli contrattuali non sono stati aggiornati e la “cultura del dialogo” tra settore pubblico e privato deve ancora evolversi.

“L’investimento in infrastrutture di qualità e nella loro gestione deve tenere conto di aspetti come la sostenibilità, il consumo di suolo e il coinvolgimento delle realtà locali”, ha commentato Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, “ma bisogna superare la contrapposizione tra Stato centrale, amministrazioni locali e società civile e perseguire una vera cultura della sussidiarietà che consiste nella collaborazione costruttiva tra diversi livelli di governo e con le comunità locali”.

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Categories: Economia e Imprese