La crescita digitale italiana è uno degli obiettivi principali dell’attuale Governo. Colmare il gap esistente con gli altri Paesi non sembra essere un obiettivo impossibile. Allo scopo di continuare sulla strada dell’innovazione e dello sviluppo, Assonime (Associazione delle Società per Azioni) ha stilato il rapporto “Mercato unico digitale: le sfide per la politica pubblica in Italia”, contenente venti indicazioni operative volte a promuovere l’avanzamento digitale del nostro Paese.
Il documento, frutto di un gruppo di lavoro coordinato da Franco Bassanini insieme a Elio Catania, è stato anche inviato all’Esecutivo in vista dei prossimi sviluppi in tema di digitale (pacchetto “Industria 4.0”, avvio delle attività di Diego Piacentini come Commissario per il digitale, revisione del CAD).
Dal report si evince che l’Italia digitale occupa ancora una posizione arretrata in Europa (27a nella Ue per qualità di connesione e 24a per capitale umano) anche se il divario – segnala – si sta riducendo. Secondo Assonime , l’unica strada da seguire per colmarlo totalmente è quella di porre in essere “una governance forte e stabile dell’agenda digitale in Italia. La politica pubblica nazionale, inoltre, “deve essere strettamente integrata con quella europea”.
Con la Strategia per la crescita digitale 2014-2020 e il piano banda ultralarga – spiega l’associazione – è stato adottato un approccio sistematico, basato su obiettivi e azioni prioritarie. Occorre però accelerare nell’attuazione dei progetti (Spid, Anagrafe nazionale) e nella realizzazione della rete, tenendo conto che in futuro l’ordine di grandezza saranno i Gigabit.
Per quanto riguarda il tema e-government, l’Italia ha registrato sviluppi sostanziali, dal registro delle imprese ai rapporti col fisco, passando per il mercato elettronico delle PA. “Ma sinora – sottolinea Assonime – la digitalizzazione non ha cambiato il modo di operare delle amministrazioni e il numero di adempimenti a carico degli utenti”. In questo frangente dunque, occorre procedere utilizzando una nuova prospettiva che preveda un ripensamento dei processi amministrativi in chiave digitale, guardando al punto di vista di cittadini e imprese. Secondo le indicazioni fornite dal report, solo attraverso una reingegnerizzazione profonda dei processi l’e-government può rendere più efficiente la PA e ridurre la spesa pubblica.
Parlando invece del commercio elettronico, spetta all’Unione Europea il compito di fornire delle regole comunitarie che influiscano sulla Digital Single Market Strategy. Assonime individua quattro principi guida da proporre in sede europea: rafforzare la fiducia degli utenti nell’utilizzo delle transazioni online (tutela dei consumatori e dei dati personali, sicurezza informatica); rivedere periodicamente la normativa per rimuovere gli ostacoli all’innovazione; evitare oneri sproporzionati sugli operatori; assicurare il level playing field riducendo quando possibile i vincoli sull’attività d’impresa.
Infine, sul piano della politica industriale, per sostenere le PMI italiane nel compito di cogliere tempestivamente le sfide della trasformazione digitale occorre effettuare interventi organici che superino finalmente la frammentazione e la disorganicità posti in essere fino ad oggi. Serve, in base a quanto scritto nel rapporto stilato dall’associazione, un’alleanza nazionale per l’innovazione che valorizzi i ruoli complementari che possono essere svolti in favore delle PMI da università, centri di ricerca e associazioni imprenditoriali. Per gli incentivi invece, l’esperienza positiva della nuova Sabatini può fornire il modello per un nuovo strumento mirato a sostenere gli investimenti con impatto significativo sull’innovazione.
Allegati: Rapporto Assonime “Mercato unico digitale: le sfide per la politica pubblica in Italia”