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Italia-Cina: nell’export si può fare di più. In Cina ci sono oggi 2mila aziende italiane

La Cina è il Paese leader tra gli esportatori mondiali e l’Italia, pur avendo peso quote, è all’ottavo posto del commercio mondiale ma l’interscambio tra Italia e Cina non soddisfa e resta al di sotto delle sue potenzialità. Lo stato dell’arte nei rapporti commerciali, i problemi e le prospettive di sviluppo sono al centro del convegno die due giorni promoisso dall’Università di Macerata e dall’Istituto Confucio, che ha per tema “Diritto e impresa: Italia e Cina a confronto” con il duplice obiettivo di ascoltare l’esperienza diretta delle imprese italiane già operanti in Cina e di valutare il peso delle leggi cinesi nel rallentamento dell’interscambio. 

Attualmente l’Italia è il 15° partner commerciale della Cina e l’interscambio tra i due paesi cresce, ma le nostre importazioni dalla Cina sono più veloci delle nostre esportazioni ed aumentano il deficit della nostra bilancia commerciale. Siamo nettamente al di sotto del potenziale, malgrado le imprse italiane abbiano perfettamente capito che se vogliono entrare nel mercato cinese devono far leva sulla qualità del Made in Italy e malgrado abbiano ottime chance nella meccanica, nei prodotti per la casa e per la persona, nell’agromeccanica.

Secondo i dati più recenti, ci sono circa 2mila imprese italiane che hanno realizzato investimenti diretti in Cina con un fatturato di 5 miliardi di euro e un totale di oltre 60mila posti di lavoro. Gli invstimenti cinesi in Italia sono invece ancora marginali, anche se in crscita: attualmente delle 120 imprese cinesi autorizzate ad operare in Italia quelle realmente attive sono 59 (dati 2010).

Il convegno ha lo scopo di esplorare le strategie vincenti delle nostre aziende ma anche le difficoltà normnative che in Cina rapprsentano spesso un ostacolo ancora molto importante. La sintesi delle relazioni del convegno di Macerata saranno pubblicate nella sezione Export di FIRSTonline.

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