Chiamatelo “fattore C”. Spieghiamo subito, prima che Conte si arrabbi, che la consonante in questione non si riferisce alla dea bendata bensì a Giorgio Chiellini, vero protagonista, nel bene e nel male, di Italia-Azerbaigian. Oltre che al ct stesso, ci mancherebbe, i cui cambi hanno ispirato la vittoria finale. Doveva essere una passeggiata invece, complici alcuni episodi (e nel calcio ci stanno!), si è rivelata una bella fatica. Alla fine però gli azzurri hanno avuto la meglio sugli azeri di Berti Vogts e ora comandano la classifica del gruppo H, seppur a braccetto con la Croazia (0-1 in Bulgaria). “E’ stata la vittoria del coraggio – ha spiegato Conte subito dopo il match. – Abbiamo sofferto, è vero, ma ho poco da rimproverare ai ragazzi. Queste sono le tipiche partite beffa, dove sbagli tanti gol e al primo calcio d’angolo ti puniscono. Sono contento per la reazione, abbiamo dimostrato di essere una squadra con gli attributi”. Vero, perché il 2-1 risicato non deve ingannare: il successo è stato strameritato. Certo, l’avversario modesto doveva essere e modesto è stato. Nessun tiro in porta per più di un’ora, poi, come nei peggior incubi di Conte, il calcio piazzato (unico modo in cui l’Azerbaigian poteva segnare) a freddare l’entusiasmo del Barbera. Prima era stata solo Italia anche se, purtroppo, dalle polveri bagnate.
Quel vecchio volpone di Vogts se la giocava nel modo più logico possibile: baricentro basso e spazi intasati. E così gli azzurri trovavano occasioni solo su calci piazzati, rendendosi comunque pericolosi. Prima Bonucci impegnava a terra Agayev, poi Ranocchia mandava di poco alto. Il gol era maturo e arrivava al 44’ con Chiellini, bravo a sfruttare di testa l’uscita a vuoto del numero uno azero. Il vantaggio a fine primo tempo sbloccava l’Italia che, a inizio ripresa, riusciva finalmente a esprimere le cose migliori. Prima Zaza fiorava il palo alla sinistra di Agayev su assist di Bonucci, poi si ripeteva sotto porta, questa volta fallendo una buona occasione. Raddoppio nell’aria e invece, come nella più spietata (e frequente) legge del calcio, ecco il pareggio degli ospiti. Buffon e Chiellini pasticciavano sugli sviluppi di un corner e Vogts poteva così esultare per un pareggio-beffa. A quel punto però si scatenava Antonio Conte: fuori Florenzi e Darmian, dentro Giovinco e Candreva. Il messaggio (guai a uscire dal Barbera con un pareggio) veniva recepito forte e chiaro e gli azzurri caricavano a testa bassa in cerca del gol-partita. Che arrivava al minuto 83 ancora con Chiellini (!), servito splendidamente dal compagno Sebastian per un colpo di testa morbido e spietato allo stesso tempo. Il 2-1 non saziava l’Italia, alla continua ricerca della rete scaccia pensieri, ma il destro di Giovinco si stampava sulla traversa tra gli applausi del pubblico palermitano. Il fischio finale di Gocek sanciva così un successo meritatissimo, seppur sofferto. D’altronde, come aveva spiegato Conte alla vigilia, in competizioni come queste non esistono partite facili. In vista di Malta (lunedì sera) sarà meglio che tutti lo tengano a mente.