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“Italia a 1 Giga”: Internet veloce in 6,2 milioni di case

Pixabay

Un piano da 3,68 miliardi di euro che porterà la connessione ultraveloce sulla rete fissa italiana entro il 2026, cioè in anticipo di 4 anni rispetto al target del Digital Compass europeo, che fissa gli obiettivi digitali al 2030. Il progetto confezionato dal Governo – ministero dell’Innovazione guidato da Vittorio Colao – e che sta per essere inviato a Bruxelles rientra negli investimenti del Pnrr e si chiama “Italia a 1 Giga”, perché appunto con la nuova infrastruttura la velocità di picco di download sarà superiore a 1 Gigabit al secondo per 6,2 milioni di nuovi indirizzi, intesi come numeri civici e dunque decine di milioni di cittadini in tutto il Paese, soprattutto al Centro-Sud dove attualmente la connessione è più lenta. Ad esempio oltre 800.000 numeri civici saranno raggiunti solo in Calabria, più del doppio di Lazio e Lombardia; e poi, 622 mila in Puglia, 611mila in Sardegna, 518 mila in Toscana, 418 mila in Emilia Romagna. I bandi per la realizzazione delle infrastrutture sono previsti nel corso del primo trimestre 2022.

Rispetto ad altri bandi del passato, questo garantirà maggiore efficienza in quanto la rete, una volta completata, rimarrà di proprietà degli operatori che l’hanno realizzata: un sistema cosiddetto “ad incentivo”, perché in questo modo le imprese sono maggiormente incentivate a completare l’infrastruttura. Diverso è stato ad esempio il meccanismo con cui Open Fiber ha portato la fibra ottica nelle aree bianche (quelle più remote del Paese, dove gli operatori non hanno interesse ad investire senza aiuti pubblici), ottenendo poi non la proprietà ma una concessione ventennale da parte degli enti locali. Stavolta oggetto del bando non sono le aree bianche ma quelle grigie o nere, cioè dove sono già presenti una o più reti ma dove la connessione internet è ancora lenta, ed è proprio questo a giustificare l’utilizzo dei fondi pubblici del Pnrr, per il principio del “salto tecnologico”.

La mappatura è stata condotta da Infratel, in collaborazione con ben 47 operatori su tutto il territorio nazionale: questi operatori hanno presentato i loro piani di investimento da qui al 2026, e dove non sarà garantita una velocità di connessione stabilmente oltre i 300 megabit al secondo ecco che si interverrà con l’aiuto di Stato, in questo caso autorizzato e anzi sollecitato dall’Ue in base alle indicazioni del Body of European Regolators for Electronic Communications (Berec) del 2020. L’intervento pubblico finanzierà l’opera per il 65%-70% presumibilmente. La realizzazione di queste infrastrutture è prevista nel pieno rispetto della neutralità tecnologica e gli operatori che vorranno partecipare ai bandi potranno anche consorziarsi.

Parallelamente al piano “Italia a 1 Giga”, sostenuto dal ministro della Transizione digitale Vittorio Colao, c’è anche un decreto del Mise che prevede l’installazione della banda ultralarga in 19 isole minori italiane, in base alla loro superficie. Le regioni interessate sono Lazio, Puglia, Toscana, Sardegna e Sicilia e le isole sono ad esempio Ponza, Capraia, le Tremiti, l’isola di San Pietro in Sardegna, le Eolie, l’Asinara. L’importanza strategica di coprire anche queste piccole realtà è il loro valore turistico: per diversi mesi l’anno sono invase da viaggiatori, spesso stranieri, che hanno crescenti esigenze di una solida connessione. L’investimento in questo caso è di circa 60,5 milioni e guarda anche al 5G. Anche in questo caso il bando sarà gestito da Infratel, la società in-house del Mise.

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