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Italgas, piano al 2030: ricavi per 3,6 miliardi, ebitda a 2,8 miliardi. Investimenti e dividendo: tutti i dettagli

Imagoeconomica

Paolo Gallo, alla guida della società di distribuzione del gas, si era dato un obiettivo preciso: creare il primo operatore europeo e oggi scende in campo con i dettagli del piano industriale al 2030.

Saranno 15,6 miliardi di euro gli investimenti previsti, circa il doppio rispetto ai 7,5 miliardi di euro, destinati all’acquisizione di 2i Rete Gas, agli interventi per lo sviluppo della distribuzione del gas in Italia e in Grecia, al rafforzamento della presenza nel settore idrico e all’accelerazione della crescita nel campo dell’efficienza energetica, con un forte commitment per il raggiungimento degli obiettivi climatici Ue.

Le sinergie e le efficienze operative attese, prevedono una crescita degli utili a doppia cifra nell’arco del piano, quindi “è stato possibile incrementare il floor della politica dei dividendi al 2026 portando la garanzia di crescita al 5% annuo rispetto al dividendo 2023 di 0,352 euro per azione, confermando al contempo il 65% di payout” ha detto Italgas.

“Il piano strategico 2024-2030 passerà alla storia di Italgas per la creazione del campione europeo nella distribuzione del gas, rafforzando ulteriormente l’impegno per la trasformazione digitale delle infrastrutture, a beneficio dell’intero Paese” è il commento di Gallo. “La nuova dimensione del Gruppo combinata con l’innovazione e la trasformazione digitale costituisce il fattore determinante per assicurare il raggiungimento dei target della transizione energetica, la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità dei costi dell’energia per persone e imprese”.

A Piazza Affari il titolo Italgas dopo essere balzato in apertura di oltre il 2%, a metà seduta quota in calo dello 0,93% a 5,40 euro.

Al 2030 visti ricavi per 3,6 miliardi, ebitda di 2,8 miliardi

Giusto nel weekend Italgas ha ufficializzato l’acquisizione di 2i Rete Gas, precedentemente di proprietà di F2i e Ardian, per 5,3 miliardi di euro. Trainata da questa acquisizione e dal piano di investimenti, la Rab cumulata delle infrastrutture, gas e acqua, in Italia e in Grecia, è attesa crescere a un tasso medio annuo (cagr) di circa il 9,4%, raggiungendo i 18,2 miliardi a fine 2030. Con il contributo delle gare d’ambito (a cui è destinato 1 miliardo), la Rab consolidata è stimata in circa 19,2 miliardi al 2030 (+10,2% cagr).

L’unione con 2i dovrebbe portare inoltre a sinergie ed efficienze di costo che dovrebbero attestarsi a 200 milioni che, unite agli effetti degli investimenti nella digitalizzazione delle reti di 2i Rete Gas, dovrebbero spingere i ricavi a circa 3,6 miliardi con un ebitda di 2,8 miliardi al 2030.

Nel piano, quindi, l’ebitda e l’utile dovrebbero crescere con un cagr di circa il 13% e l’utile per azione, considerando l’aumento di capitale, di circa il 10%. All‘inizio di settembre Italgas ha lanciato un aumento di capitale da circa un miliardo di euro per contribuire al finanziamento dell’acquisizione e Cdp Reti, che possiede il 25,99% della società, ha detto che parteciperà all’aumento pro quota con 260 milioni.

La struttura finanziaria prevista per l’acquisizione di 2i Rete Gas e la significativa generazione di cassa consentono di mantenere sotto controllo la posizione finanziaria netta: il rapporto indebitamento su Rab è visto raggiungere il picco nel 2025 – a valle della chiusura della transazione – e ritornare in area 65% entro il 2028.

Confermata la guidance 2024: ebitda adjusted compreso tra 1,32-1,35 miliardi

Tutto confermato, rispetto a quanto approvato lo scorso 30 maggio, riguardo la guidance sul 2024, al netto dell’acquisizione: investimenti tecnici di circa 900 milioni e ricavi adjusted per 1,8 miliardi, con un ebitda adjusted compreso tra 1,32-1,35 miliardi e un ebit adjusted di 800 milioni. Escludendo gli impatti dell’Ifrs 16, l’indebitamento netto a fine 2024 è atteso a 6,6 miliardi con un leverage del 63%.

Dividendi previsi nella parte alta

Guardando ai dividendi, alla luce dei risultati attesi, è confermata fino al 2026, con un floor aumentato per riflettere l’alto livello di confidenza nei risultati attesi e con l’obiettivo di garantire agli azionisti una remunerazione attrattiva, sostenibile e la possibilità di continuare a beneficiare della crescita attesa. La nuova politica prevede la distribuzione di un dividendo pari al maggiore tra l’importo risultante dal dividendo 2023 di 0,352 euro, aumentato del 5% annuo, mantenendo il pay out – la grandezza che definisce il rapporto tra l’ammontare netto degli utili e la porzione distribuita ai soci – al 65% dell’utile netto rettificato (adjusted) per azione.

Al network andranno 12,8 miliardi: 2,7 miliardi per la digitalizzazione

Inoltre, per lo sviluppo del network italiano della distribuzione del gas sono previsti 12,8 miliardi (+7,8 miliardi rispetto al piano 2023-2029), di cui 2,7 miliardi destinati alla digitalizzazione. Tale quota comprende l’acquisizione di 2i Rete Gas, la completa digitalizzazione della sua rete, in linea con gli standard di Italgas, l’applicazione del sistema Dana 2.0 (Digital Advanced Network Automation) ulteriormente potenziato dall’intelligenza artificiale e gli impegni già assunti nell’ambito delle gare Atem recentemente aggiudicate al gruppo. E’ prevista la diffusione massiva di Nimbus, il contatore intelligente che sarà installato su larga scala a partire dal 2025, anche sui nuovi asset di 21 Rete Gas, per arrivare a 6 milioni di esemplari messi a terra al 2030.

Alla Grecia sarà destinato 1 miliardo

A Enaon, la controllata greca, è destinato 1 miliardo di investimenti al 2030, principalmente per l’estensione della rete e la sua trasformazione digitale, favorendo così la penetrazione del gas naturale anche in aree non ancora raggiunte dal servizio, oltre ad abilitarla alla distribuzione dei gas rinnovabili. Anche in Grecia è prevista l’installazione massiva di Nimbus. Questi investimenti consentiranno di estendere la rete greca dai 7.924 chilometri del 2023 a oltre 11 mila chilometri a fine piano (+40% circa) e di aumentare il numero di clienti serviti dai 600 mila del 2023 a poco meno di 1 milione al 2030.

Al settore idrico investiti 450 milioni, anche per operazioni mirate di M&A

Gli investimenti andranno anche sul settore idrico, al quale verranno destinai 450 milioni di investimenti nei prossimi 7 anni, destinati sia a selezionate operazioni di M&A, sia a mutuare nelle reti dell’acqua le best practice e le tecnologie sviluppate nella distribuzione del gas. Con riferimento all’efficienza energetica, invece, conclusa la stagione del Superbonus, il focus resta sull’espansione del business in maniera organica e per linee esterne, con un investimento complessivo previsto di 300 milioni.

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