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Ita Airways: la vendita si avvicina, il governo Draghi la vuole completare e Fratelli d’Italia dà via libera

Oggi i manager di Ita incontreranno una delegazione della cordata favorita (Air France, Delta e Certares) – Il tempo stringe: si rischiano pesanti problemi di cassa già a dicembre

Ita Airways: la vendita si avvicina, il governo Draghi la vuole completare e Fratelli d’Italia dà via libera

Il governo Draghi è ormai agli sgoccioli, ma non rinuncia a completare la vendita di Ita Airways, la compagnia aerea nata dalle ceneri di Alitalia e attualmente controllata dallo Stato, con il Tesoro nelle vesti di azionista unico. L’operazione potrebbe andare in porto, perché il partito che guida la nuova maggioranza parlamentare non sembra volersi opporre. Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia, ha ammesso in un’intervista ad Affari Italiani che ormai i giochi sono fatti.

Il vertice con la cordata favorita

Oggi i manager di Ita incontreranno una delegazione della cordata favorita, composta da Air France, dal vettore statunitense Delta e dal fondo Certares. I manager discuteranno della situazione finanziaria dell’azienda, della redditività delle rotte e del revenue management, per valutare se Ita massimizzi i ricavi decidendo il prezzo giusto dei biglietti in base alla domanda.

L’altra alleanza che punta alla compagnia italiana è composta da Msc Group e da Lufthansa.

Le spese per la flotta

L’unica certezza è che, al momento, il business di Ita non è sostenibile. A ottobre la società dovrà sborsare 50 milioni di dollari di pre-delivery payment per i nuovi aerei. Altri 430 milioni di dollari graveranno sul bilancio del 2023 tra anticipi per ulteriori acquisti, saldi degli acquisti, rate di leasing e gestione. Uno dei problemi principali è infatti proprio questo: al momento, Ita noleggia la maggior parte dei suoi aerei.

I problemi di cassa

Per quanto riguarda invece la situazione di cassa, il 7 settembre Ita ha scritto al ministero dell’Economia segnalando problemi di liquidità, che rischiano di diventare “insostenibili” già da dicembre. Il Mef ha fatto delle simulazioni, scoprendo che lo scenario peggiore si potrebbe determinare proprio a fine anno: nel caso in cui il carburante s’impennasse di un altro 20% e i ricavi per passeggero calassero del 10% (ad esempio per una nuova ondata di contagi Covid), la cassa di Ita sarebbe negativa per 120 milioni.

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