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Istruzione: l’Italia migliora, ma resta sotto la media Ocse

L’istruzione italiana migliora, ma non abbastanza. Colpa anche dei pesanti tagli decisi negli ultimi anni. La pagella dell’Ocse nei confronti del nostro Paese non è delle migliori. Secondo i dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sulle competenze degli studenti quindicenni, gli italiani sono inferiori ai loro colleghi dei Paesi industrializzati in diverse materie: matematica, scienze e lettura.  

Il nostro Paese si posiziona a metà classifica, al 32esimo posto su 65 Paesi. In testa alla classifica si confermano Shanghai, Singapore e Hong Kong, che occupano le prime posizioni in tutte e tre le prestazioni. Tra i dati più eclatanti del rapporto c’è il netto divario nelle performance tra le regioni italiane: gli studenti di Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto sono tra i più bravi al mondo in matematica, mentre i 15enni siciliani occupano un posto basso nella classifica e si piazzano al livello di Turchia e Romania. Eccellenze al nord est e prestazioni più scarse al sud si registrano anche nei campi delle scienze e della lettura.

In termini economici, l’Italia è trai rari Paesi industrializzati che hanno tagliato i fondi alla scuola tra il 2001 e il 2010. Il taglio – sottolinea l’Ocse– è stato dell’8% per studente ed è avvenuto soprattutto nella parte finale del decennio. Nell’area Ocse solo Messico e Islanda hanno fatto altrettanto.

Il rapporto precisa che oltre un certo livello di spesa, individuato in 50miladollari, non vi è un’evidente relazione tra la spesa per studente e la sua performance. Ad esempio, Italia e Singapore spendono entrambi circa 85mila dollari per ogni studente trai 6 e i 15 anni, ma mentre i liceali italiani hanno un punteggio di 485 punti in matematica, i loro coetanei di Singapore arrivano a 573 punti, uno dei livelli massimi.

L’Italia ha invece una performance simile a quella della Norvegia (489 punti), ma Oslo spende ben 124mila dollari per studente. In generale la spesa per studente in Italia è in linea con la media Ocse (84.416 dollari contro 83.382), in presenza di un Pil pro capite di 32.110 dollari contro un dato Ocse di 33.732 dollari.

Tra i dati evidenziati dal rapporto anche il costo delle bocciature che è pari al 6,7%della spesa totale annuale nell’istruzione primaria e secondaria, ovvero 47.174 dollari per ogni studente ripetente, tra costi scolastici e costi sociali. In Italia i ripetenti sono il 17% degli studenti contro il 12% della media Ocse e sono pure aumentati del 2% tra il 2003 e il2012, mentre in media nell’area Ocse sono diminuiti.

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