Nei primi undici mesi del 2014 l’Italia ha registrato un avanzo commerciale con l’estero pari a 37,1 miliardi di euro, contro i 25,8 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, l’export ha fatto segnare una crescita tendenziale dell’1,6% (+2,2% al netto dei prodotti energetici). Lo ha comunicato questa mattina l’Istat, precisando che solo a novembre l’avanzo è stato di 3,5 miliardi (contro i tre miliardi di novembre 2013), mentre al netto dell’energia la bilancia è risultata in attivo per 6,9 miliardi.
Su base mensile, a novembre è stata rilevata una flessione per entrambi i flussi commerciali con l’estero, ma più ampia per le esportazioni (-1,1%) che per le importazioni (-0,1%). Su anno si registrano rispettivamente un +1,7% e una variazione nulla.
La diminuzione congiunturale dell’export è determinata da una flessione delle vendite più marcata verso i mercati extra Ue (-1,7%) rispetto a quelli dell’area Ue (-0,6%). Al netto dei prodotti energetici, la flessione è più contenuta (-0,3%). Solo i beni di consumo durevoli sono in espansione (+3,1%).
Il calo su base mensile delle importazioni è la sintesi della flessione degli acquisti dall’area Ue (-1,6%) e dell’aumento di quelli dall’area extra Ue (+1,9%). La diminuzione dell’import è determinata dai prodotti energetici (-1,6%) e dai prodotti intermedi (-0,8%).
A novembre, la crescita tendenziale dell’export è molto sostenuta per Belgio (+22,6%) e Polonia (+22%). Anche Asean (+19,7%) e Stati Uniti (+14,9%) sono in forte espansione. In marcata crescita le vendite di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+18,8%) e solo autoveicoli (+13,2%). Gli acquisti da Svizzera (+21,2%) e Cina (+20,5%) e di mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (+21,5%) e di prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+15,1%), sono in forte crescita.
Sempre oggi, Coldiretti ha pubblicato un’analisi sulla base dei dati Istat relativi a novembre, sottolineando che su base annua sono crollate del 23% le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia. Il tonfo è dovuto all’effetto congiunto dell’embargo sui prodotti agroalimentari e del forte rallentamento dell’economia russa, con il deprezzamento del rublo confermato dall’aggiornamento del World Economic Outlook pubblicato oggi dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che ha anche tagliato le stime sul Pil di Mosca.