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Istat rivede al ribasso le stime sul Pil: “Nel 2019 economia ferma”

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Si deteriore il quadro economico e il Pil arretra. Secondo l’Istat, l’Italia cresce meno di quanto previsto in precedenza. L’Istituto ha quindi rivisto le stime di crescita sul primo trimestre.

“Nel primo trimestre del 2019 – si legge nella nota dell’Istat – il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,1% nei confronti del primo trimestre del 2018”. Il calo tendenziale del Pil dei primi tre mesi dell’anno interrompe 6 anni di variazioni positive continuative. Non si vedeva un segno meno su base tendenziale dal quarto trimestre 2013.

La stima diffusa lo scorso 30 aprile prevedeva invece +0,2% per la variazione congiunturale e +0,1% per quella tendenziale, cioè rispetto ai tre mesi precedenti. “La variazione acquisita per il 2019 risulta nulla”, continua l’Istat..

L’Istat passa in rassegna anche l’andamento degli altri Paesi. Il confronto, rispetto all’Italia, è impietoso: “nel primo trimestre, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,8% negli Stati Uniti, dello 0,4% in Germania e dello 0,3% in Francia. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 3,2% negli Stati Uniti, dello 0,7% in Germania e dell’1,2% in Francia. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area Euro è aumentatodello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% nel confronto con il primo trimestre del 2018”. L’Italia si conferma dunque fanalino di coda dell’Eurozona.

Un dato positivo arriva però dalla domanda interna, con tutti i principali aggregati in aumento, “con una crescita dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi.” Le esportazioni sono cresciute dello 0,2%, mentre le importazioni sono diminuite dell’1,5%”.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +0,2 punti percentuali alla crescita del Pil. L’apporto della domanda estera netta è risultato positivo per 0,5 punti percentuali.

“L’ampio contributo positivo della domanda estera netta riflette il marcato calo delle importazioni, a fronte di un limitato incremento delle esportazioni. Dal lato della domanda interna, vi è stato un lieve apporto positivo sia dei consumi, sia degli investimenti (in particolare per la componente delle costruzioni), più che compensato da quello negativo delle scorte”, commenta l’Istat.

A livello settoriale bene l’agricoltura (+2,9%) e l’industria (+0,9%). In calo il valore aggiunto dei servizi (-0,2%).

L’istituto ha diffuso anche le stime preliminari sull’inflazione: “nel mese di maggio 2019 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’0,9% su base annua (era +1,1% del mese precedente)”. L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano entrambe di un decimo di punto, rispettivamente da +0,6% a +0,5% e da +0,7% a +0,6%.

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Categories: Economia e Imprese