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Istat: Pil Sud 2011 crolla ai livelli del 2000

La recessione in Italia non ha ovunque lo stesso volto. L’anno scorso il Pil è cresciuto al Nord, è rimasto stabile al Centro ed è crollato ai livelli del 2000 al Sud. E’ quanto emerge dal report dell’Istat sui conti economici regionali per gli anni 1995-2011.

In particolare, nel 2011 il Nord-est ha fatto segnare il miglior risultato in termini di variazione del Pil in volume (+1,1%), seguito dal Nord-ovest (+0,6%) e dal Centro (+0,2%). L’unica ripartizione che ha subito una diminuzione del Pil rispetto all’anno precedente è il Mezzogiorno (-0,3%). Le regioni in fondo alla classifica sono Molise (-1,9%), Sicilia (-1,3%) e Campania (-0,8%). 

Tra il 2007 e il 2011 il Pil è diminuito in tutte le aree del Paese. Per il Centro-Nord, la riduzione media annua è stata di circa l’1%, mentre più marcata appare la contrazione nel Mezzogiorno (-1,7%), dove i risultati peggiori riguardano ancora una volta Molise (-3,0%) e Campania (-2,2%). 

Nel Nord è il Piemonte ad avere la performance più negativa (-1,5%). Solo nella provincia autonoma di Bolzano il Pil in volume si è riportato nel 2011 su livelli pre-crisi (2007), mentre nel resto del Paese il recupero è stato solo parziale: per il Nord il livello del 2011 è analogo a quello del 2005, per il Centro a quello del 2004 e per il Mezzogiorno è sceso a quello del 2000.

Nel 2011 il valore più elevato del Pil per abitante si registra nel Nord-ovest, con 31.452 euro. Seguono il Nord-est, con 30.847 euro, e il Centro, con 28.240 euro. Il Pil per abitante nel Mezzogiorno, pari a 17.689 euro, è più basso di quello del Nord-ovest del 43,8% e inferiore alla media nazionale del 32%.

La graduatoria delle regioni per il 2011 vede al primo posto la Provincia autonoma di Bolzano, con un Pil per abitante di oltre 36.600 euro, e all’ultimo la Campania, con poco più di 16.600 euro.

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