Nel 2011 il Pil italiano è cresciuto dello 0,4% e a livello territoriale è aumentato in misura superiore alla media nazionale nel Nord-est (+0,9%) e nel Nord-ovest (+0,6%), mentre è cresciuto appena dello 0,1% nel Centro ed è rimasto stazionario nel Mezzogiorno. E’ quanto emerge da un report dell’Istat.
All’incremento del Pil nel Nord-est hanno contribuito tutti i settori economici: il valore aggiunto è aumentato dell’1,1% sia nell’industria sia nei servizi, un valore significativamente più elevato delle omologhe variazioni medie nazionali (+0,1% e +0,8%, rispettivamente). Rilevante è stato anche il contributo del settore agricolo, che ha fatto registrare un incremento del valore aggiunto del 2,1%. Nel Nord-ovest è stata l’industria a trainare la crescita, con un incremento del valore aggiunto dell’1,2%, mentre il settore terziario è cresciuto dello 0,7% e l’agricoltura dello 0,3%.
Il Centro e il Mezzogiorno sono le aree geografiche che, nel 2011, manifestano le maggiori difficoltà. In entrambe le ripartizioni soltanto il valore aggiunto del terziario mostra un incremento (+0,8% nel Centro e +0,7% nel Mezzogiorno), mentre sia l’agricoltura sia l’industria subiscono una significativa contrazione. In particolare, il valore aggiunto del settore agricolo diminuisce del 2,4% nel Centro e dell’1,6% nel Mezzogiorno,quello dell’industria si riduce dell’1,9% nel Centro e dell’1,8% nel Mezzogiorno.L’andamento dell’occupazione nel 2011 rispecchia le differenze nelle dinamiche territoriali del valore aggiunto: a un aumento dell’input di lavoro nelle regioni del Nord (+0,3% nel Nord-ovest, +0,9% nel Nord-est), si contrappone una flessione nelle regioni del Centro-sud (-0,5% nel Centro e -0,3% nel Mezzogiorno). Le principali disparità territoriali si registrano per l’occupazione del settore industriale, cresciuta dell’1,5% nel Nord-ovest e dell’1,4% nel Nord-est e in marcata contrazione nel Centro (-4,3%) e nel Mezzogiorno (-2,2%).