Nel primo trimestre 2013 il Pil italiano è calato del 2,4% su base annua, mentre la flessione rispetto al periodo ottobre-dicembre 2012 è stata dello 0,6%. Lo ha comunicato oggi l’Istat, ricordando che la stima preliminare diffusa il 15 maggio scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,5% e un calo tendenziale del 2,3%.
La variazione acquisita del Pil per il 2013 è pari a -1,6%. Il dato corrisponde al valore che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei prossimi trimestri dell’anno.
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda sono diminuiti. Per quanto riguarda la domanda interna, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono diminuiti rispettivamente dello 0,3% e del 3,3%, mentre le esportazioni hanno subito un calo dell’1,9%. Le importazioni hanno registrato una flessione dell’1,6%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,9 punti percentuali alla variazione del Pil: -0,3% dei consumi delle famiglie e -0,6% degli investimenti fissi lordi. Il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,1 punti percentuali, mentre le scorte hanno fornito un apporto positivo di 0,3 punti percentuali.
Il valore aggiunto ha registrato variazioni congiunturali negative del 3,6% nelle costruzioni, dello 0,7% nell’industria in senso stretto e dello 0,4% nei servizi, mentre è aumentato del 4,7% nell’agricoltura.