Cresce oltre le attese del Governo il Pil italiano. Nel 2016, infatti, la crescita del Pil è stata dello 0,9% in termini grezzi dello 0,9% rispetto al 2015. A renderlo noto è, secondo cui il dato corretto per gli effetti di calendario segna invece un aumento dell’1,0%. Superate, come detto, le stime del Governo, che nel Documento programmatico di bilancio di ottobre scorso aveva previsto un rialzo in termini grezzi dello 0,8% dopo lo 0,7% del 2015. Il dato dell’Istat è, invece, in linea con le stime dell’Ue.
Stando al solo quarto trimestre, invece, il Pil italiano corretto per gli effetti di calendario destagionalizzato è aumentato dello 0,2% (dopo il +0,3% del terzo trimestre) rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% su base annua. Il quarto trimestre del 2016 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due in meno rispetto al quarto trimestre del 2015. La variazione acquisita del Pil per il 2017 è pari a +0,3%.
Sulla situazione economica, ha pesato anche il terremoto che, osserva Coldiretti. “Ha colpito un territorio rurale, pesando sul calo congiunturale fatto registrare dall’agricoltura, in controtendenza con gli altri settori e all’andamento generale”. “Sono migliaia le aziende agricole nei territori terremotati dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo – prosegue il comunicato – dove c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali con un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo. Il crollo di stalle, fienili, caseifici e la strage di animali hanno limitato l’attività produttiva nelle campagne mentre lo spopolamento ha ridotte le opportunità di mercato per i prodotti che si sono salvati dalle scosse che continuano a stressare peraltro – precisa la Coldiretti – anche gli animali con le mucche e le pecore che hanno ridotto di almeno il 30% la produzione di latte e si moltiplicano gli aborti anche perché spesso sono costrette a vivere in molti casi all’aperto dal crollo delle stalle”.