Nel 2013, in Italia, il tasso d’inflazione medio annuo è stato pari all’1,2%, in netta decelerazione rispetto al 3% del 2012. Lo rileva l’Istat, confermando le stime preliminari diffuse a inizio gennaio. Si tratta del livello più basso dal 2009.
L’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva, entrato in vigore all’inizio di ottobre 2013, ha esercitato sull’inflazione un effetto “parziale e modesto”, ha sottolineato l’Istat.
La dinamica dei prezzi al consumo nel corso del 2013, ha spiegato l’Istat, “riflette principalmente gli effetti della debolezza delle pressioni dal lato dei costi, in particolare degli input energetici, e quelli dell’intensa e prolungata contrazione della spesa per consumi delle famiglie. I prezzi dei prodotti hanno segnato rallentamenti più o meno marcati nella crescita o diminuzioni in quasi tutti i comparti, anche se permangono elementi di rigidità in quello alimentare e in alcuni comparti dei servizi con una forte componente regolamentata”.
A novembre l’indice era sceso dello 0,3% rispetto a ottobreed era salito dello 0,7% su base annua. L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, rallenta allo 0,9%, dal precedente 1,2%. Anche al netto dei soli beni energetici l’inflazione rallenta, in questo caso dall’1,1 all’1%. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (il cosiddetto “carrello della spesa”) sono invece aumentati dello 0,5% su base mensile e dell’1,2% su base annua.
Nella media annuale di tutto il 2013 si sono riscontrate decelerazioni nella crescita dei prezzi per quasi tutte le divisioni di spesa. Il rallentamento più marcato riguarda i prezzi di trasporti (+1,2%, da +6,5% del 2012), abitazioni, acqua, elettricità e combustibili (+2,1%, contro il +7,1% dell’anno precedente), bevande alcoliche e tabacchi (+1,4%, dal +5,9%), servizi sanitari e spese per la salute (+1,5%, da +4,3%), abbigliamento e calzature (+0,3%, da +2,2%).
L’Istruzione è stata l’unica divisione per la quale si rileva una accelerazione nella crescita dei prezzi (+2,5%, dal +2,3% del 2012). D’altro canto, si è accentuata sensibilmente la flessione in media d’anno dei prezzi delle comunicazioni (-5,1%, da -1,5% del precedente anno).