Nel 2012 il prodotto interno lordo italiano è crollato del 2,2% (dato corretto per gli effetti di calendario), contro il +0,6% del 2011. E’ questa la stima preliminare dell’Istat.
Il primo marzo 2013 l’istituto di statistica diffonderà il dato grezzo del Pil 2012, dato comparabile con le stime del governo, contenute nella nota di aggiornamento del Def diffusa lo scorso settembre, che prevedevano un Pil in calo del 2,4% nel 2012.
Nel solo quarto trimestre dell’anno scorso, il prodotto interno lordo è peggiorato ancora, diminuendo dello 0,9% rispetto al trimestre precedente. Si tratta del sesto calo congiunturale consecutivo: era dal III trimestre del 1993 che non si verificava una serie di flessioni così lunga (sei cali successivi tra II trim. ’92 e III trim. ’93).
Rispetto al quarto trimestre del 2011, il Pil è crollato del 2,7%. Il calo congiunturale è la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti i comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi.
L’Istat avverte infine che al momento la variazione acquisita per il Pil 2013 è pari a -1%. Il dato fa riferimento alla crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.