L’Italia torna ufficialmente in recessione. Secondo la stime preliminare pubblicata questa mattina dall’Istat, nel secondo trimestre il Prodotto interno lordo del nostro Paese ha registrato una flessione dello 0,2% rispetto al periodo gennaio-marzo e dello 0,3% su base annua. Si tratta della seconda flessione congiunturale dopo il -0,1% registrato nel primo trimestre: una sequenza che sancisce a livello tecnico il ritorno in fase recessiva.
“Il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i tre i grandi comparti di attività economica; agricoltura, industria e servizi”, scrive l’Istituto di statistica, precisando inoltre che il contributo delle esportazioni nette è stato negativo, mentre è stato nullo quello della domanda interna.
Nel secondo trimestre il valore reale del Pil è stato pari a 340,196 miliardi: il livello più basso dal secondo trimestre del 2000. La decrescita acquisita per il 2014, nell’ipotesi di variazione nulla del Pil nei prossimi trimestre, è pari a -0,3%.
Dopo la diffusione di questi dati, Piazza Affari ha accelerato in negativo, con il Ftse Mib che è arrivato a perdere oltre due punti percentuali, maglia nera d’Europa (Francoforte -1,1%, Parigi e Londra -0,9%). Sul versante obbligazionario, lo spread fra i Btp italiani a 10 anni e i corrispondenti Bund tedeschi risale fino a 166 punti base.