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Istat, inflazione record dal 2013: +1,5%

Continua a crescere l’inflazione. Secondo l’Istat, infatti, nel mese di febbraio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha segnato un aumento dello 0,3% rispetto a gennaio e dell’1,5% su base annua,dopo il +1% su anno fatto registrare nel mese precedente. Si tratta, secondo l’istituto di statistica, dell’incremento maggiore dal +1,6% del marzo 2013.

L’aumento dell’inflazione su base annua è principalmente dovuto all’aumento dei prezzi di alimentari non lavorati (+8,8% su anno), beni energetici non regolamentati (+12,1%) e servizi di trasporto. L’aumento congiunturale, invece, è legato soprattutto ai rialzi dei prezzi delle componenti più volatili dei beni di consumo: alimentari non lavorati (+3,0%), trasporti (+1%) e beni energetici non regolamentati (+0,5%).

Su base annua la crescita dei prezzi dei beni (+1,9%, da +1,2% di gennaio) segna un’accelerazione più marcata rispetto a quella dei servizi (+0,9%, da +0,7% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a gennaio, il differenziale inflazionistico negativo tra servizi e beni raddoppia portandosi a meno 1,0 punti percentuali (da meno 0,5 di gennaio).

Volano, invece, i prezzi del carrello della spesa degli italiani che registrano l’aumento maggiore da otto anni. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, secondo i dati provvisori dell’Istat, aumentano infatti dell’1,1% su base mensile e del 3,1% su base annua (era +1,9% a gennaio).

“A spingere l’inflazione – rileva Coldiretti – è l’aumento record del 37,3% dei prezzi dei vegetali freschi e del 9,4% della frutta rispetto allo stesso mese dello scorso anno per effetto del maltempo che con gelo e neve ha decimato le coltivazioni agricole a gennaio. L’aumento dei prezzi dei vegetali freschi a febbraio – sottolinea la Coldiretti – è consistente anche rispetto a gennaio con un rincaro del 12,5%. L’ondata di maltempo ha provocato a gennaio danni nelle campagne superiori ai 400 milioni di euro ma insieme agli agricoltori a pagare il conto dei cambiamenti climatici rischiano di essere anche i consumatori che subiscono gli effetti delle speculazioni in una situazione in cui i prezzi degli ortaggi aumentano in media triplicano dal campo alla tavola”.

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