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Istat: in Italia aumentano redditi e fiducia, ma restano forti disuguaglianze

FIRSTonline

Gli italiani stanno meglio a livello economico e hanno più fiducia nel futuro, ma la ripresa non arriva per tutti e le disuguaglianze nel nostro Paese sono ancora molto forti. E’ questo il quadro che emerge dalla terza edizione del Rapporto sul benessere equo e sostenibile (BES) pubblicata questa mattina dall’Istat. Lo studio fa riferimento al 2014. 

“Dopo la grande tempesta del 2013 e le criticità presente dal 2008 – commenta Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell’Istat – il 2014 è un anno di transizione. Si ferma la caduta e ci sono addirittura segnali di miglioramento. Le reti sociali, che hanno rappresentato un importante riferimento nella crisi, migliorano”.

Dal 24% di persone sopra i 14 anni che nel 2013 ritenevano che la propria situazione sarebbe migliorata nei 5 anni successivi, afferma il documento, si è passati al 27% nel 2014. Il rapporto registra un aumento della soddisfazione per il tempo libero, dal 63% al 64,6%, e di quella per la condizione economica, dal 40,1% al 43,4%. Nonostante l’ottimismo aumentato gli italiani sono ancora cauti nel dirsi soddisfatti della propria vita. L’indice di soddisfazione ha avuto un forte crollo nel 2012, quando è sceso da 100 a 89,1, ed è stabile da due anni ad 89.

Secondo il l’Istat, inoltre, aumenta il reddito disponibile (dello 0,7% nel 2013 e dello 0,1% nel 2014), ma crescono le disuguaglianze nella distribuzione: il rapporto tra il reddito posseduto dal 20% della popolazione con i redditi più alti e il 20% con i redditi più bassi raggiunge il 5,8, dal 5,1.

Il Sud, oltre ad avere un reddito medio disponibile decisamente più basso del Nord e del Centro, ha anche la più accentuata disuguaglianza reddituale: il reddito posseduto dal 20% della popolazione con i redditi più alti è 6,7 volte quello posseduto dal 20% con redditi più bassi, mentre nel Nord il rapporto è di 4,6

“Tra Nord e Sud c’è una situazione speculare – prosegue Sabbadini –, in particolare rispetto a lavoro e sicurezza: il Sud si colloca ai livelli più bassi e con una dinamica peggiore per il lavoro, e la forbice è aumentata in questi anni, sia per la qualità che per la quantità del lavoro. E poi si accentua anche il problema della sicurezza. Eppure, sebbene il Paese non si sia ancora affrancato dalla crisi, nel 2014 cresce l’ottimismo verso il futuro, soprattutto da parte dei giovani, nonostante siano il segmento più colpito dalla recessione”.


Allegati: Rapporto BES 2015.pdf

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