A marzo l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane sale a 78 punti, dai 77,6 di febbraio. Il recupero dell’indice complessivo – spiega l’Istat – è dovuto al miglioramento della fiducia delle imprese manifatturiere, a fronte della diminuzione registrata nel settore delle costruzioni e del commercio al dettaglio e del leggero calo dell’indicatore nelle imprese dei servizi di mercato.
L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere passa da 88,6 a 88,9. Migliorano le attese di produzione (da -4 a -3), mentre peggiorano i giudizi sugli ordini (da -42 a -43); passa da 1 a 0 il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino. L’analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie (Rpi) indica un miglioramento delle attese di produzione nei beni di consumo (da -4 a -2) e nei beni strumentali (da -3 a -1), mentre indica stabilità nei beni intermedi (-5).
L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione diminuisce da 81,5 di febbraio a 80,0. I giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione peggiorano (il saldo scende da -51 a -53), mentre le attese sull’occupazione rimangono stabili (-13). Quanto alle imprese dei servizi di mercato, l’indice resta sostanzialmente costante (da 73,8 di febbraio a 73,7). Migliorano i giudizi (da -26 a -23) e le attese sugli ordini (da -13 a -11), ma peggiorano le attese sull’andamento dell’economia in generale (da -49 a -53).
Nel commercio al dettaglio, l’indice del clima di fiducia diminuisce, passando da 75,8 a 75,4. Recuperano i giudizi sulle vendite correnti (da -58 a -55), ma peggiorano le attese su quelle future (da -20 a -23); il livello delle scorte è giudicato in lieve aumento (da 3 a 4).