Il commercio estero frena bruscamente nel mese di settembre, con le esportazioni che fanno registrare un calo del 2% rispetto ad agosto e del 4,2% su settembre 2011, un dato che rappresenta la flessione più netta da dicembre 2009. A comunicarlo è l’Istat, che riporta anche il forte rallentamento delle importazioni, giù del 4,2% su base mensile e del 10,6% su base annua. Il calo, se consideriamo i volumi (e non i flussi di valore) è ancora più marcato: -7,8% l’export e -15,3% l’import.
La contrazione dell’export è stata di pari intensita verso entrambe le aree di sbocco: -2,1% per i mercati Ue e -2,0% per quelli extra Ue. L’aumento nelle vendite dei beni di consumo durevoli (+1%) non è bastato a compensare il calo nei beni strumentali (-4,5%) e nei prodotti energetici (-2,3%). Per quanto riguarda le importazioni, invece, relativamente più rilevante la flessione dei Paesi Ue (-4,4%) rispetto a quelli extra UE (-3,9%). Pesa, nel computo il crollo degli acquisti di beni strumentali (-9,7%).
Nel confronto col mese di settembre del 2011, si registra una flessione delle vendite particolarmente accentuata per Cina (-18,8%), paesi Mercosur (-13,7), Romania (-13,6%), Spagna (-12,8%) e Germania (-10,3%), mentre crescono le esportazioni verso Stati Uniti (+19,4%) e paesi ASEAN (+22,9%), con il forte aumento delle vendite dei profotti petroliferi raffinati (+23,4%) che, però, non basta a compensare il calo di quasi tutti i settori. Parlando dell’import, crollano gli acquisti da Giappone (-35,0%), India (-30,9%) e paesi EDA (-26,0%), mentre sono in forte crescita gli acquisti dai paesi OPEC (+18,0%) e Russia (+16,7%).
Prendendo in considerazione l’intero terzo trimestre 2012 si registra una crescita su base annua delle esportazioni (+2,2%), mentre le importazioni si riducono (-6,4%).