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Istat: export in crescita congiunturale, ma in calo tendenziale

L’Istat ha pubblicato gli aggiornamenti relativi ai dati sul commercio estero italiano verso i paesi extra UE. La crescita congiunturale dell’export (+2,0%) è diffusa a tutti i principali raggruppamenti di beni, esclusa l’energia (-16,5%), laddove l’incremento più marcato interessa i beni di consumo durevoli (+11,7%). La flessione delle importazioni (-2,4%) è dovuta in misura più rilevante all’energia (-7,7%).

Nel corso del mese di marzo 2013 l’export ha però registrato andamenti tendenziali negativi per tutti i raggruppamenti principali di beni, ad esclusione dei beni di consumo durevoli (+12,0%) e non durevoli (+6,0%), soprattutto in virtù del calo di vendite del comparto energetico (-25,4%). Per le importazioni, il forte decremento tendenziale (-15,0%) è spiegato in ampia misura dalla diminuzione dell’energia (-26,4%) e dei beni strumentali (-18,3%). Una riduzione particolarmente significativa, ma meno marcata della media, si registra per i beni di consumo durevoli (-12,9%), mentre su base annua si registra una contenuta crescita soltanto per gli acquisti di beni non durevoli (+1,3%).

Nello stesso periodo i mercati che hanno maggiormente contribuito all’export italiano sono stati Giappone (+32,4%), MERCOSUR (+9,5%), Russia (+9,3%) e paesi OPEC (+9,1%), mentre si sono fortemente ridotte le vendite verso la Turchia (-11,9%). Allo stesso tempo, si rilevano decrementi particolarmente rilevanti per le importazioni di beni da Giappone (-32,6%), USA (-28,6%), paesi OPEC (-28,1%) e paesi EDA (-27,8%). Le importazioni dalla Russia (+13,0%) hanno invece registrare un’ampia variazione positiva.

In questo contesto, i più consistenti disavanzi hanno interessato i flussi commerciali con Cina (-946 milioni), Russia (-859 mln) e paesi OPEC (-429 mln), laddove i saldi positivi maggiori sono stati rilevati nei confronti di USA (+1.342 mln), Svizzera (+999 mln) e paesi EDA (+700 mln).

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