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Istat, boom commercio extra Ue a ottobre: avanzo da 1,5 miliardi

Il mese scorso la bilancia commerciale italiana con i paesi extra Ue ha registrato un avanzo di 1,5 miliardi di euro, in netto miglioramento rispetto al deficit di 657 milioni di ottobre 2011. Lo comunica l’Istat, spiegando che nello stesso periodo è migliorato anche l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, passato da 4,4 a 6,7 miliardi. 

Rispetto a ottobre 2011, i mercati più dinamici all’export sono Opec (+39,3%), Giappone (+31,6%), Asean (+30,3%), Eda (+23,1%), Russia (+22,0%) e Stati Uniti (+19,4%). In marcata flessione si confermano le vendite verso la Cina (-10,1%). Gli acquisti di beni da Opec (+19,4%), Turchia (+19,0%), Svizzera (+15,2%), Stati Uniti (+13,3%) e Russia (+4,8%) sono in espansione. I flussi di beni provenienti dai paesi Mercosur registrano invece una netta diminuzione (-21,5%).

A ottobre crescono i flussi commerciali rispetto al mese precedente: +0,7% per le esportazioni (su anno l’aumento è del 17,2%) e +1,1% per le importazioni. L’incremento congiunturale delle esportazioni riguarda energia (+6,2%) e beni strumentali (+3,4%), mentre beni di consumo e prodotti intermedi sono in diminuzione (rispettivamente -1,9% e -1,3%). La crescita congiunturale delle importazioni interessa i principali raggruppamenti di beni, e in particolare quelli strumentali (+3,6%). I beni di consumo durevoli registrano una flessione (-2,9%).

Nell’ultimo trimestre la dinamica congiunturale delle esportazioni è positiva (+0,7%) ed è trainata dai beni di consumo non durevoli (+3,0%) e dai prodotti intermedi (+2,6%). L’energia (-2,8%) e i beni strumentali (-1,6%) registrano invece una variazione congiunturale negativa. Sempre nell’ultimo trimestre, si rileva anche per le importazioni una crescita congiunturale (+1,5%), sostenuta dall’energia (+5,8%) e, in misura minore, dai beni di consumo non durevoli (+1,5%). I beni strumentali (-8,1%) sono in forte flessione.

Su base annua le esportazioni presentano un notevole incremento (+17,2%), che coinvolge tutti i principali comparti. La più contenuta crescita delle importazioni (+2,3%) è dovuta soprattutto all’energia (+7,8%), mentre i beni di consumo durevoli (-6,4%) registrano una marcata flessione.

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