Ancora brutte notizie dal Pil italiano, che conferma il ritorno in recessione e si riporta ai livelli del 2000. Mentre Francia e Germania rivedono la crescita nel terzo trimestre, il nostro Paese registra nello stesso periodo una flessione del prodotto interno lordo pari allo 0,1% rispetto ad aprile-giugno. Nel confronto su base annua, invece, la contrazione è ancora più pesante: -0,4%. I dati – corretti per effetti di calendario – sono stati pubblicati questa mattina dall’Istat.
La variazione acquisita per il 2014, ovvero il livello di crescita che si raggiungerebbe in caso di variazione congiunturale nulla nel quarto trimestre, è pari a -0,3%.
L’istituto di statistica precisa inoltre che il risultato negativo ottenuto fra luglio e settembre è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura e dell’industria e di un aumento nei servizi.
Sul versante della domanda, è stato registrato un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), parzialmente compensato da un apporto positivo della componente estera netta.
“Purtroppo ce lo dovevamo aspettare, i presupposti c’erano già dai mesi scorsi – ha commentato Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria -. Siamo psicologicamente preparati ad una chiusura del 2014 con un segno negativo, speriamo che non impatti sul rimbalzo del 2015 e che sia di dimensioni contenute, al massimo -0,3% o -0,4%”.
Nel primo e nel secondo trimestre di quest’anno il Pil italiano aveva registrato rispettivamente una variazione nulla e una contrazione dello 0,2%.