Dopo oltre 30 ore, l’Isis ha rivendicato l’attentato nella discoteca di Istanbul che la notte di capodanno ha provocato la morte di 39 persone. L’attentatore che ha fatto fuoco nel locale Reina è “un eroico soldato del califfato – si legge nella rivendicazione diffusa tramite Amaq, l’agenzia di stampa del califfato – ha colpito il più famoso nightclub dove i cristiani stavano celebrando la loro festa apostatica”. E ha attaccato la Turchia, “serva dei crociati”.
Il locale, molto conosciuto, si trova nel quartiere di Besiktas, sulla riva del Bosforo dalla parte europea. Dopo la strage, l’attentatore è fuggito e una caccia all’uomo è in corso in tutta la Turchia. Secondo i media turchi, l’autore della strage sarebbe legato alla stessa cellula che a giugno colpì l’aeroporto Ataturk, causando 47 morti. In base alle testimonianze raccolte, sembra ormai certo che l’attentatore parlasse arabo.
C’era anche un gruppo di giovani italiani nel nightclub, secondo quanto riporta la tv locale modenese Trc-Telemodena. Per la tv, la compagnia italiana, che stava festeggiando il Capodanno, è riuscita a scampare alla strage gettandosi a terra quando i primi spari nel locale hanno fatto scattare il panico. Alcuni di loro, avrebbero riportato solo lievi escoriazioni nella calca. Si tratterebbe di tre modenesi e altri amici di Brescia e Palermo, in Turchia per lavoro.