È ancora avvolta dal mistero la strage di Istanbul. Ihake Mashrapov, il 28enne kirghiso accusato ieri di essere il responsabile della morte di 39 persone nell’attentato di Capodanno, è stato scagionato. Secondo Akipress, Mashrapov sarebbe stato in Turchia per affari tra il 28 e il 30 dicembre e poi di nuovo tra il primo gennaio e oggi, mentre era in Kirghizistan la notte della strage.
Alle autorità kirghise, come anche alla polizia turca, Mashrapov ha spiegato di essere estraneo all’attentato, dimostrando dai timbri sul passaporto che la notte di Capodanno non si trovava a Istanbul.
Intanto, perciò, le indagini proseguono. E il Parlamento turco, anche alla luce dell’attentato alla discoteca Reina, ha approvato il prolungamento di 3 mesi dello stato d’emergenza. La proposta del governo guidato dal partito islamista Akp di prorogare di altri tre mesi lo stato di emergenza imposto lo scorso 20 luglio dopo il fallito colpo di Stato è stata votata dall’Akp del presidente Erdogan e dal Movimento nazionalista (Mhp), quarta forza del Parlamento. Contrarie le principali forze di opposizione, il Partito repubblicano del popolo (Chp) e il Partito democratico del popolo (Hdp), filo-curdo, secondo cui la misura mina la libertà di espressione e i diritti umani.
In serata La Wafa Media Foundation, agenzia d’informazione che fa capo all’Isis, in un messaggio sul web captato dal sito di monitoraggio Usa Site, definisce la jihad come il “vero senso” del turismo e la strage di Capodanno alla discoteca Reina come “la data più importante della storia della Turchia” e invita a compiere nuovi attacchi.