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Israele: via all’operazione militare “Muro di ferro” in Cisgiordania, morti e feriti. Hamas invita a combattere. E la tregua?

FIRSTonline

L’esercito israeliano lancia l’operazione “Muro di ferro” in Cisgiordania. L’attacco delle Idf, preannunciato nei giorni scorsi e iniziato in mattinata, finora è riuscito a fare almeno sei vittime e 35 feriti, secondo fonti dell’Anp. I soldati israeliani hanno preso d’assalto il campo profughi di Jenin, uno dei 19 campi della Cisgiordania costruiti dopo la creazione di Israele nel 1948 per ospitare i palestinesi sfollati, considerato da Israele un centro di resistenza armata palestinese all’occupazione israeliana e un focolaio di attività terroristiche. La tregua stipulata nei giorni scorsi è dunque a rischio?

Intanto, mentre da Davos il premier del Qatar interviene sulla questione sottolineando che sia Israele sia Hamas devono dimostrare di avere “buona fede” per una pace duratura a Gaza, da Parigi – sempre a seguito della tregua – Air France annuncia di voler riprendere ad operare voli “da e per Tel Aviv” a partire dal 25 gennaio.

Israele, via all’operazione “Muro di ferro”

Dall’inizio della guerra, all’indomani del 7 ottobre 2023, Israele aveva effettuato raid o attacchi aerei a Jenin più volte, uccidendo decine di persone, ma mai un’operazione su larga scala così ampia. In risposta all’operazione militare israeliana a Jenin, Hamas ha esortato i palestinesi della Cisgiordania a intensificare la resistenza contro le forze israeliane: “Chiediamo la mobilitazione generale e lo scontro contro la diffusa aggressione dell’occupazione a Jenin e il sostegno dei combattenti della resistenza per affrontare l’oppressione sionista”, afferma Hamas in una nota.

Le forze di sicurezza israeliane “hanno lanciato oggi una vasta e significativa operazione militare per sradicare il terrorismo a Jenin”, ha il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.

Una fonte militare ha detto al Times of Israel che il raid su Jenin dovrebbe durare diversi giorni. L’operazione militare è iniziata con diversi attacchi di droni su infrastrutture che si ritiene siano utilizzate da gruppi militanti nella città occupata della Cisgiordania, ha aggiunto. Oltre all’attacco a Jenin le forze israeliane hanno arrestato almeno 20 palestinesi in altre città della Cisgiordania, tra cui un giornalista di Hebron. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa, gli arresti sarebbero avvenuti nelle aree di Hebron, Qalqilya, Ramallah e Nablus.

Israele: si dimette Halevi, capo di Stato maggiore dell’esercito

Da Israele intanto, già alle prese con una crisi di governo a causa della posizione delle forze di estrema destra nell’esecutivo Netanyahu – forze contrarie agli accordi sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi – arriva la notizia delle dimissioni del capo di Stato maggiore dell’esercito. Il numero un delle Idf, Herzi Halevi, ha informato il ministro della difesa Israel Katz che lascerà il 6 marzo, dopo “aver riconosciuto la mia responsabilità per il fallimento del 7 ottobre”, “un fallimento che resterà per tutto il resto della mia vita”, ha detto. Halevi ha fatto sapere che “trasferirà il comando delle Idf in modo approfondito e di alta qualità” al suo sostituto” e che trascorrerà il tempo fino alle sue dimissioni supervisionando i lavori della commissione d’inchiesta sull’attacco di Hamas del 7 ottobre.

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