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Israele: “Ucciso ministro Economia di Hamas”. Armi russe all’Iran che è pronto ad attaccare, ora è massima allerta

Wikimedia Commons Di Mehr News Agency, CC BY 4.0,

Israele, per bocca di Idf (Esercito di difesa israeliano) ha annunciato l’uccisione di Abdel-Zarii, ministro dell’Economia di Hamas, responsabile anche della distribuzione di carburante, gas e fondi per le operazioni terroristiche. L’Iran, di contro, ha ribadito che intraprenderà un’azione per “punire” Israele dopo l’uccisione di Haniyeh, ma “non cerca di aumentare le tensioni nella regione”. A dirlo è stato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. L’attacco contro Israele potrebbe avvenire già oggi, secondo quanto ha detto al G7 il segretario di Stato Usa, Blinken.

Intanto, anche l’Italia, come Usa e Gran Bretagna, invita circa 3 mila concittadini a lasciare subito il Libano: resteranno invece i soldati della missione Unifil. Mosca invia a Teheran armi, sistemi di guerra elettronica e missili Iskander. E il Papa ieri all’Angelus: “Basta guerra in Medio Oriente, non soffocate la pace. Attacchi e uccisioni mirate non sono la soluzione”.

Iran: puniremo Israele ma no a escalation

L’Iran rivendica un “diritto legittimo” a “difendere la sicurezza nazionale” e “punire il regime sionista aggressore”, Israele. Teheran “agirà in modo decisivo e fermo”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanaani, in dichiarazioni riportate dall’agenzia iraniana Irna con nuove accuse a Israele per l’uccisione, mercoledì scorso a Teheran, del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh.

“L’assassinio vile del leader politico della nazione palestinese a Teheran, mentre era qui invitato ufficialmente dall’Iran per partecipare alla cerimonia di insediamento del presidente Masoud Pezeshkian (nella foto, ndr), ha costituito una violazione palese del diritto internazionale, dei principi e delle norme accettate e riconosciute dalla comunità internazionale”.

E, ha incalzato, la Repubblica Islamica si “riserva il diritto di difendere la sua sicurezza nazionale e la sua sovranità” e “nessuno ha il diritto di impedire all’Iran di rispondere a coloro che hanno commesso una violazione”. “La comunità internazionale deve sostenere la punizione del regime sionista aggressore – ha affermato – che sarà un’azione con l’obiettivo di garantire la sicurezza nella regione e a livello internazionale”.

Axios, Blinken: attacco dell’Iran forse già oggi

Secondo quanto riportato dal sito di notizie Axios, diverse fonti hanno affermato che il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha riferito ai ministri degli Esteri dei Paesi del G7, ieri, che l’attacco dell’Iran a Israele potrebbe avvenire “nelle prossime 24-48 ore”. Axios afferma che gli Stati Uniti “non conoscono l’esatto momento degli attacchi”, ma che Blinken ha detto che potrebbero avvenire già oggi.

Israele valuta attacco preventivo a Iran

Israele prenderebbe in considerazione la possibilità di lanciare un attacco preventivo per scoraggiare l’Iran se venisse a conoscenza di prove inconfutabili che Teheran si sta preparando a sferrare un’offensiva: lo scrivono i media ebraici dopo che il premier Benjamin Netanyahu ha convocato ieri sera i capi della sicurezza israeliana per una riunione. Lo riporta il Times of Israel. All’incontro hanno partecipato il ministro della Difesa Yoav Gallant, il Capo di Stato Maggiore dell’esercito Herzi Halevi, il capo del Mossad David Barnea e il capo dello Shin Bet Ronen Bar.

Secondo quanto riferito, Israele non sa cosa aspettarsi dall’Iran e dai suoi alleati e sta quindi discutendo un’ampia gamma di opzioni su come rispondere al meglio o prevenire un attacco. Durante l’incontro con Netanyahu, è stata discussa l’opzione di colpire l’Iran come misura di deterrenza, secondo quanto riportato da Ynet, anche se i funzionari della sicurezza hanno sottolineato che una tale mossa sarebbe autorizzata solo se Israele ricevesse informazioni precise che confermino che Teheran sta per lanciare un attacco.

Secondo le indiscrezioni, per una simile iniziativa le prove in mano a Israele dovrebbero inoltre coincidere con quelle statunitensi, ma anche in questo caso Israele potrebbe comunque scegliere di evitare la strada dell’attacco preventivo.

Turchia: ancora bloccato Instagram

Continua a essere bloccato Instagram in Turchia, dove è inutilizzabile dallo scorso 2 agosto. Il ministro delle Infrastrutture Abdulkadir Uraloglu ha annunciato che nel pomeriggio è un programma una riunione tra l’Authority turca per la tecnologia e la comunicazione e i responsabili di Instagram per la Turchia. “Attendiamo sviluppi positivi e che le nostre richieste vengano accolte. Abbiamo già comunicato le motivazioni alla base del blocco, la nostre richieste e sensibilità. Vogliamo che Instagram si uniformi a queste regole e oggi potrebbero esserci sviluppi positivi”, ha detto Uraloglu.

La decisione di fermare l’acceso alla piattaforma è arrivata lo scorso 1° agosto, motivata dalle censure operate da Meta, società che gestisce il social, colpevole di aver bloccato i messaggi di cordoglio nei confronti del capo politico di Hamas, Haniyeh.

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