Condividi

Israele: non si ferma l’ondata di proteste contro la controversa riforma giudiziaria voluta dal premier Netanyahu

I cittadini israeliani si mobilitano per difendere l’indipendenza del sistema giudiziario. Piazze invase da migliaia di cittadini. Sono ormai 28 settimane

Israele: non si ferma l’ondata di proteste contro la controversa riforma giudiziaria voluta dal premier Netanyahu

Ancora negli ultimi giorni, l’intera nazione di Israele è stata scossa da una serie di proteste su larga scala contro una riforma giudiziaria proposta dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Le piazze delle principali città sono state invase da migliaia di cittadini che si sono uniti per esprimere la loro preoccupazione riguardo a un possibile indebolimento dell’indipendenza del sistema giudiziario.

Riforma del sistema giudiziario: cosa cambia? 

La riforma proposta ha sollevato forti critiche da parte di diversi settori della società israeliana, inclusi avvocati, giuristi, attivisti dei diritti umani e partiti di opposizione. Secondo i critici, le modifiche proposte minerebbero l’autonomia del potere giudiziario e comprometterebbe l’equilibrio dei poteri che è alla base dello Stato di diritto.

La proposta di riforma include la creazione di un nuovo organismo, chiamato “Consiglio per l’Ordinamento Giuridico”, che avrebbe il potere di nominare i giudici e di valutare le loro performance. Questo organismo sarebbe composto principalmente da membri politici nominati dal governo, suscitando preoccupazioni riguardo a possibili interferenze politiche nell’assegnazione dei giudici e nella decisione delle cause.

Le manifestazioni contro la riforma Netanyahu: ormai 28 settimane

I manifestanti hanno organizzato blocchi stradali nelle città di Haifa, Tel Aviv e Gerusalemme, annunciando la “Giornata di resistenza Nazionale” e invitando la popolazione a concentrarsi in luoghi chiave del Paese, tra cui la Knesset, il parlamento israeliano, l’aeroporto e altri punti strategici. Questa azione segna l’inizio della ventottesima settimana di proteste contro la riforma giudiziaria proposta dal primo ministro Netanyahu. Le organizzazioni della società civile hanno giocato un ruolo fondamentale nell’organizzazione delle proteste, cercando di unire le varie fazioni della società israeliana per difendere l’indipendenza del sistema giudiziario.

La risposta di Netanyahu

I principali partiti di opposizione hanno criticato aspramente il governo Netanyahu, sostenendo che questa riforma rappresenti un attacco ai valori democratici e un tentativo di indebolire il potere giudiziario per proteggere gli interessi politici del premier e dei suoi alleati.

Netanyahu ha difeso la riforma, sostenendo che mira a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e a garantire una maggiore responsabilità dei giudici. Secondo il primo ministro, i cambiamenti proposti aumenterebbero la trasparenza e la supervisione sulle decisioni giudiziarie, riducendo così i possibili abusi di potere.

Tuttavia, le proteste di massa degli ultimi giorni dimostrano che una parte significativa della popolazione israeliana non condivide questa visione. La riforma è stata oggetto di dibattito accalorato a livello nazionale ed internazionale, alimentando la polarizzazione politica e mettendo in evidenza la crescente preoccupazione per il futuro dello Stato di diritto in Israele.

Commenta