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Israele libera quattro ostaggi israeliani a Gaza ma Hamas accusa: “Uccisi oltre 200 palestinesi”

I prigionieri salvati erano stati rapiti al Nova Festival, l’evento musicale teatro del più sanguinoso massacro di Hamas il 7 ottobre scorso. Sebbene segnali una vittoria per Israele, il costo umano è stato molto pesante, con oltre 200 palestinesi uccisi durante l’operazione

Israele libera quattro ostaggi israeliani a Gaza ma Hamas accusa: “Uccisi oltre 200 palestinesi”

Liberati quattro ostaggi israeliani rapiti durante l’attacco condotto da Hamas lo scorso 7 ottobre in Israele: Noa Argamani, 25 anni, Almog Meir Jan (21), Andrey Kozlov (27) e Shlomi Ziv (40). L’operazione è stata condotta durante un blitz delle forze speciali israeliane, supportate da una cellula statunitense, a Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Secondo una nota congiunta di Shin Bet e Idf, “gli ostaggi sono stati salvati da due luoghi diversi. Le loro condizioni mediche sono normali e sono stati trasferiti al Centro medico Sheba-Tel Hashomer per ulteriori esami”.

Durante il Festival musicale Nova, Hamas ha rapito circa 250 ostaggi. Una settimana di cessate il fuoco a novembre ha permesso il rilascio di circa metà di essi. Tuttavia, oltre 130 ostaggi rimangono ancora nelle mani del movimento islamico, secondo Israele. L’operazione di sabato è il più grande recupero di ostaggi vivi dall’inizio del conflitto, portando a sette il totale dei prigionieri salvati. Lo scorso 17 maggio erano stati recuperati i corpi di tre israeliani morti a Gaza.

Il blitz di Israele per liberare i 4 ostaggi

L’operazione, pianificata da settimane, è stata descritta dal portavoce militare israeliano Daniel Hagari come “un’operazione complessa e ben preparata”. Ha aggiunto che i combattenti delle unità speciali hanno operato in condizioni estremamente difficili, con pesanti attacchi nemici. Hagari ha sottolineato l’importanza delle informazioni di intelligence raccolte durante settimane per il successo dell’operazione, affermando che è stato un compito molto impegnativo. Alla domanda se l’esito dell’operazione potrebbe influenzare le trattative in corso, Hagari ha ribadito che il messaggio per Hamas è che l’Idf è determinato a recuperare gli ostaggi.

Durante il blitz a Nuseirat, uno dei veicoli contenenti tre dei rapiti appena liberati si è bloccato per un guasto, mettendo a rischio la vita degli ostaggi e dei soldati. L’Idf ha dovuto affrontare una battaglia intensa per salvare il veicolo e le persone a bordo, già sotto attacco dei miliziani di Hamas.

Nell’operazione è rimasto ucciso l’ispettore capo Arnon Zamora, comandante nell’Unità speciale antiterrorismo dell’Idf. Zamora, ferito gravemente durante il blitz, è deceduto successivamente in ospedale. Il portavoce militare lo ha ricordato come un eroe che ha amato e difeso il suo Paese, rendendo omaggio al suo servizio.

Hamas: “Uccisi 210 palestinesi”

Tuttavia, mentre Israele celebra questa vittoria, il costo umano è stato molto pesante. Durante l’operazione, più di 200 palestinesi sono stati uccisi, secondo le stime di Hamas, che riporta 210 morti e 400 feriti nel campo profughi di Nuseirat. D’altro canto, l’ospedale Deir al Balah ha registrato 94 vittime. In risposta a questi tragici eventi, il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto una sessione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per discutere delle conseguenze del “sanguinoso massacro” perpetrato dalle forze di occupazione israeliane nel campo di Nuseirat.

Il rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Josep Borrell, ha definito l’evento “un altro massacro di civili”. Ha condannato con fermezza l’escalation di violenza e ha espresso la necessità di porre fine immediatamente al bagno di sangue. Borrell ha indicato il piano in tre fasi degli Stati Uniti come la via da seguire per garantire una tregua duratura e porre fine alle perdite umane.

Doppia vittoria per Netanyahu

Benjamin Netanyahu ha colto due obiettivi con un solo colpo: ha evitato defezioni tra i partiti sostenitori e ha riaffermato con determinazione la sua volontà di sconfiggere Hamas. Il plauso ricevuto dal Forum delle famiglie degli ostaggi ha ulteriormente consolidato la sua posizione politica.

Tuttavia, la situazione politica interna resta tesa. Il ministro del Gabinetto di guerra e leader centrista Benny Gantz, inizialmente deciso a lanciare un ultimatum a Netanyahu riguardo al conflitto di Gaza, ha rinviato la sua conferenza stampa dopo la liberazione degli ostaggi. Gantz deve ora affrontare decisioni cruciali sul suo futuro nel governo, mentre il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken è atteso per cercare un accordo per la tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi.

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