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Israele-Libano: c’è la tregua ma restano dubbi sulla sua stabilità

Entrato in vigore il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. Mediato dagli Usa, prevede una zona cuscinetto in Libano. Meloni: “Accolgo con favore l’accordo”. Tajani: “Risultato importante”

Israele-Libano: c’è la tregua ma restano dubbi sulla sua stabilità

Alle 3 ora italiana di oggi (4 ora locale), è entrato in vigore il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. L‘annuncio è stato dato in contemporanea da Joe Biden e Benyamin Netanyahu, con il presidente degli Stati Uniti che ha sottolineato il ruolo cruciale di Washington nella mediazione. Netanyahu, da parte sua, ha ringraziato gli Stati Uniti per l’intesa che garantisce a Israele la “libertà d’azione” contro Hezbollah e ha spiegato: “Abbiamo tre obiettivi: concentrarci sulla minaccia iraniana, rinnovare le forze e isolare Hamas”. La tregua, di durata iniziale prevista di 60 giorni, potrebbe essere estesa o modificata in base agli sviluppi sul terreno.

Un accordo fragile e complesso

L’intesa prevede il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale e lo spostamento dei miliziani di Hezbollah a nord del fiume Litani, creando una zona cuscinetto gestita dall’esercito regolare libanese e dall’Unifil.

Il ricordo di precedenti accordi simili, spesso violati, solleva dubbi sulla sua efficacia. Per molti, la tregua rappresenta più un’opportunità per riorganizzarsi che un reale tentativo di pacificazione. “Se Hezbollah viola l’accordo e tenta di riarmarsi, colpiremo”, ha dichiarato Netanyahu durante una conferenza stampa.

Cosa prevede l’accordo di tregua

L’intesa prevede il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale e lo spostamento dei miliziani di Hezbollah a nord del fiume Litani, creando una zona cuscinetto gestita dall’esercito regolare libanese e dall’Unifil.

Il ricordo di precedenti accordi simili, spesso violati, solleva dubbi sulla sua efficacia. Per molti, la tregua rappresenta più un’opportunità per riorganizzarsi che un reale tentativo di pacificazione. “Se Hezbollah viola l’accordo e tenta di riarmarsi, colpiremo”, ha dichiarato Netanyahu durante una conferenza stampa.

La tregua è stata avviata anche per concentrarsi sulla minaccia iraniana, rinnovare le forze e i rifornimenti, e isolare Hamas. L’accordo, mediato dagli Stati Uniti con il supporto della Francia, dovrebbe durare 60 giorni, con possibilità di modifiche in base agli sviluppi sul campo. Antony Blinken ha dichiarato che questa intesa potrebbe favorire la fine del conflitto anche a Gaza, mentre Biden ha annunciato una nuova iniziativa internazionale con il coinvolgimento di Turchia, Egitto e Qatar.

Reazioni: per Meloni “bene la pace”

“L’Italia accoglie con favore l’annuncio di un cessate il fuoco in Libano, obiettivo per cui il Governo era da tempo impegnato. Il cessate il fuoco offre ora l’opportunità per la stabilizzazione del confine tra Israele e il Libano e il ritorno degli sfollati alle loro case. La piena applicazione della risoluzione 1701 costituisce la strada maestra per giungere a questo obiettivo” ha affermato la premier Giorgia Meloni. “Insieme ai partner Ue e G7 – prosegue la premer – l’Italia continuerà a lavorare in questa direzione, attraverso la presenza del nostro contingente all’interno di Unifil – che non ha mai lasciato le proprie postazioni durante questi mesi di combattimenti – e continuando a svolgere un ruolo guida nel sostegno internazionale alle Forze Armate libanesi”.

Antonio Tajani, vicepremier italiano, ha celebrato su X il successo dell’accordo, definendolo “un importante risultato per la pace in Medio Oriente”. Londra, tramite il ministro degli Esteri David Lammy, ha definito l’accordo “un segno di speranza”, ma ha sollecitato un cessate il fuoco anche nella Striscia di Gaza, dove il conflitto con Hamas continua senza sosta.

Londra, tramite il ministro degli Esteri David Lammy, ha definito l’accordo “un segno di speranza”, ma ha sollecitato un cessate il fuoco anche nella Striscia di Gaza, dove il conflitto con Hamas continua senza sosta: “A Gaza c’è bisogno di un cessate il fuoco immediato, del rilascio degli ostaggi e della fine delle restrizioni israeliane agli aiuti umanitari; l’intollerabile sofferenza (della popolazione della Striscia) deve finire”.

In Libano, il premier Najib Mikati ha descritto la tregua come “un passo fondamentale verso la stabilità regionale”.

Festa in Libano, timori in Israele

Le strade libanesi sono state animate da festeggiamenti, con migliaia di persone che hanno sventolato bandiere di Hezbollah e inneggiavano alla tregua. I ribelli Houthi dello Yemen, alleati dell’Iran, esultano alla tregua a come una “vittoria di Hezbollah” su Israele: “Salutiamo la resistenza di Hezbollah e del caro popolo libanese di fronte alla brutale aggressione di Israele”, ha scritto il portavoce degli Houthi su X, aggiungendo che “grazie a questa resistenza, il Libano ha potuto ottenere un’altra vittoria”.

Dall’altra parte del confine, invece, le celebrazioni si scontrano con le preoccupazioni israeliane. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha ordinato “misure forti” contro eventuali violazioni di Hezbollah, mentre gli analisti temono che il gruppo possa usare il cessate il fuoco per rafforzare le proprie capacità militari.

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