Dopo 10 giorni di botta e risposta tra Israele e Hamas si comincia anche a parlare di soluzioni alternative allo scontro totale.
L’esercito israeliano si sta preparando per la prossima fase della sua campagna contro la Striscia di Gaza, ma i piani potrebbero non corrispondere alle aspettative di un’offensiva terrestre imminente. A spiegare questa nuova linea è stato il portavoce militare Daniel Hecht: “Ci stiamo preparando – ha spiegato in un briefing con i giornalisti – ma non abbiamo detto quali piani saranno. Tutti parlano dell’offensiva di terra. Potrebbe essere qualcosa di diverso”.
Intanto le diplomazie sono al lavoro per cercare di giungere ad una tregua.
Visita di Biden in Israele
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, effettuerà una breve visita di circa 5 ore in Israele, seguita da un incontro ad Amman con il re Abdallah II. Durante la visita, parteciperà a un summit con il presidente dell’Anp Abu Mazen e il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi.
Il Pentagono ha annunciato che ha messo in stato di allerta 2.000 soldati americani per un possibile dispiegamento nella regione.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è arrivato in Israele. Ad accoglierlo all’aeroporto il ministro degli esteri Eli Cohen, dopodiché vedrà il premier Benyamin Netanyahu.
La Turchia, molto attiva in questa fase da mediatore, invece, punta ad essere uno dei Paesi garanti in un accordo tra Israele e Palestina, nel caso in cui le due parti trovassero un accordo per risolvere il conflitto in corso. Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha proposto un meccanismo per garantire una pace duratura basata su una soluzione a due Stati. La presenza di Paesi garanti è considerata fondamentale per raggiungere una soluzione sostenibile al conflitto, senza richiedere il dispiegamento di truppe turche come forze di peacekeeping.
Hamas continua a lanciare razzi, ucciso uno dei suoi leader
Hamas ha annunciato che uno dei suoi leader, Ayman Nofal, è stato ucciso in un raid condotto da Israele.
L’organizzazione terroristica continua a lanciare razzi da Gaza verso Israele, con attacchi nel centro del Paese, compresa Rishon Letizion, e la città costiera di Ashkelon, situata vicino alla Striscia di Gaza.
“I membri di Hamas hanno due opzioni: arrendersi o morire” ha detto il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, “Raggiungeremo tutti i membri di Hamas. Elimineremo Hamas e smantelleremo tutte le sue capacità”.
Ancora tensione al confine con il Libano
Ancora tensione nel nord del paese. Dal Libano, è stato lanciato un missile anti-carro verso Zar’it, situato al confine settentrionale di Israele. In risposta, le Forze di Difesa israeliane hanno sparato colpi di artiglieria nella direzione da cui è stato lanciato il missile.
Metulla, una cittadina israeliana del nord del Paese e sotto il fuoco degli Hezbollah, è stata dichiarata zona militare chiusa. Lo riferiscono i media israeliani.
”Al nostro confine nord siamo in massima allerta. Nella misura in cui gli Hezbollah compiranno un grave errore reagiremo con una potenza molto elevata” ha affermato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari dopo che nella notte è stata sventata una infiltrazione armata dal sud del Libano.
Onu: “l’evacuazione di Gaza potrebbe essere un crimine”
L’ordine di evacuazione della popolazione nel Nord della Striscia di Gaza dato da Israele potrebbe costituire un crimine internazionale di “trasferimento forzato illegale di civili”: così si è espresso il portavoce dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani.
Le preoccupazioni nascono dal fatto che Israele non ha fornito rifugi adeguati e condizioni igieniche, di salute, sicurezza e nutrizione a circa 1,1 milioni di civili a cui è stato ordinato di trasferirsi. Questa azione potrebbe violare il diritto internazionale, soprattutto considerando l’assedio continuo su Gaza.
L’Onu ha, inoltre, segnalato che nei negozi di Gaza rimangono solo pochi giorni di riserve di generi alimentari sufficienti per 4-5 giorni. “nei negozi le riserve sono di pochi giorni, forse quattro o cinque”, ha detto la portavoce del Programma alimentare mondiale (Pam) dell’Onu, Abeer Etefa.
Convogli di camion con aiuti umanitari destinati a Gaza sono diretti verso il valico di frontiera di Rafah dalla città egiziana di El Arish.