Continuano i raid su Gaza, e la paventata tregua per consentire la visita del premier egiziano si è rivelata un velo sottilissimo, squarciato dal lancio di razzi da Hamas e dai raid dell’aviazione israeliana, che sarebbero stati almeno 130 nella notte, secondo fonti di Hamas.
Sarebbero stati colpiti diversi edifici del ministero dell’Interno a Gaza, mentre un missile si è abbattuto su Gerusalemme, rivendicato dalle Brigate Ezzedine al-Qassam senza nessun ferito. Continua, purtroppo, anche la conta dei morti, a cui si aggiungono tre palestinesi, che portano il totale a 23 vittime.
Il sindaco di Tel Aviv, per la prima volta dal 1991, ha disposto l’apertura dei rifugi antiaerei, mentre a Gerusalemme risuonano le sirene. Israele ha richiamato anche 16.000 dei suoi riservisti, più della metà del totale, in quello che sembra il preludio ad un assalto a Gaza.
Non cessa, dunque, il fuoco, mentre l’alto rappresentante della politica estera dell’Ue Catherine Ashton ha lanciato un appello per prorre fine all’escalation di violenza: “I razzi lanciati da Hamas e da altre fazioni presenti a Gaza, che sono all’origine dell’attuale crisi, sono totalmente inaccettabili. Israele ha il diritto di proteggere la sua popolazione da questi attacchi, ma faccio appello perché la sua risposta sia proporzionata”.