Hezbollah ha annunciato che un secondo comandante di alto rango del gruppo, Ahmed Wahbi, è stato ucciso ieri nell’attacco israeliano a sud di Beirut. Lo riporta Sky News. Wahbi ha supervisionato le operazioni militari delle forze speciali Radwan durante la guerra di Gaza fino all’inizio del 2024. Hezbollah aveva precedentemente confermato l’uccisione del suo comandante di alto rango Ibrahim Aqil nell’attacco alla periferia sud della capitale libanese. Nel corso dell’operazione sono state uccise almeno 14 persone, compresi diversi membri di un’unità militare d’élite del gruppo islamista. Poche ore prima, la milizia sciita aveva lanciato centinaia di missili sull’area settentrionale di Israele
Hamas: “Israele pagherà a caro prezzo”
Israele pagherà a caro prezzo “il crimine” e la “follia” commessi a Beirut, con il raid di ieri nel quale sono stati uccisi due importanti comandanti di Hezbollah – Ibrahim Aqil e Ahmed Wahabi – e altri militanti del gruppo. Lo fa sapere Hamas, che già ieri aveva condannato “la brutale aggressione sionista”.
Israele e Hezbollah: botta e risposta a colpi di raid
Questo raid segue una serie di attacchi aerei israeliani che, tra giovedì e venerdì, hanno colpito circa 100 lanciarazzi e altre infrastrutture di Hezbollah, nella loro offensiva più pesante da quasi un anno. Le operazioni sono state una risposta al contrattacco dei miliziani, che hanno lanciato 150 razzi in tre ondate verso il Nord di Israele, colpendo diversi siti militari israeliani. Hezbollah ha rivendicato di aver distrutto una postazione di soldati a Metulla e altri obiettivi lungo il confine, giustificando le sue azioni come rappresaglia per le esplosioni simultanee dei dispositivi elettronici e a sostegno della “resistenza” palestinese.
Ma non finisce qui: Israele ha intensificato le sue operazioni in Siria, attaccando un veicolo vicino all’aeroporto di Damasco e colpendo membri delle milizie filo-iraniane. Un alto ufficiale sarebbe morto in queste operazioni.
Dall’inizio del conflitto, oltre 160mila persone tra israeliani e libanesi hanno lasciato le città di confine, preoccupati per la situazione. Gli Stati Uniti hanno espresso “preoccupazione per una potenziale escalation”, auspicando una risoluzione diplomatica. Il governo britannico ha esortato i suoi cittadini a lasciare il Libano, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato l’importanza di evitare “un’escalation che non interessa a nessuno”, promettendo supporto alla popolazione libanese.
Nel frattempo, il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunirà stasera in una sessione di emergenza per discutere degli eventi in Libano, con il primo ministro libanese Najib Mikati che ha chiesto la fine della “guerra tecnologica” israeliana. Ma la morte di Aqil rappresenta un duro colpo per la leadership di Hezbollah, il che potrebbe portare a nuove ritorsioni da parte del gruppo libanese e dei suoi alleati.
Aggiornato alle 08.51 di sabato 21 settembre