Israele ha preso di mira e colpito tre basi di Unifil, la missione Onu schierata nel sud del Libano, a Naqura. Lo ha annunciato l’Onu e lo ha confermato all’Ansa il portavoce della missione, Andrea Tenenti. Tra le basi colpite due sarebbero italiane, l’altra è il quartier generale di Unifil. Ci sono almeno due feriti tra i caschi blu. Tra le persone ferite però non ci sarebbe nessuno dei militari italiani in Libano. Il ministro Crosetto ha convocato d’urgenza l’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, per discutere dell’attacco e ha parlato di “episodi intollerabili”.
Libano: cos’è Unifil
Unifil è un acronimo di United Nations Interim Force in Lebanon. Si tratta di una missione Onu nata nel 1978 con le risoluzioni 425 e 426 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e rinnovata più volte nel corso degli anni. Il suo obiettivo è quello di garantire il rispetto del confine tra Israele e Libano e favorire il raggiungimento di una tregua stabile e pacifica tra i due paesi. Della missione fanno parte un migliaio di militari italiani.
Gli attacchi di Israele alle basi Unifil
“La recente escalation lungo la Blue Line sta causando la distruzione diffusa di città e villaggi nel sud del Libano, mentre continuano a essere lanciati razzi verso Israele, comprese le aree civili. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a incursioni da Israele in Libano a Naqoura e in altre aree. I soldati delle forze di difesa israeliane (IDF) si sono scontrati con elementi Hezbollah sul terreno in Libano. Il quartier generale dell’Unifil a Naqoura e le posizioni vicine sono stati ripetutamente colpiti”, spiega Unifil in un comunicato.
Nella mattina del 10 aprile, due caschi blu sono rimasti feriti dopo che un carro armato israeliano ha sparato contro una torre di osservazione nel quartier generale dell’Unifil a Naqoura. I due operatori che erano sulla torretta sarebbero caduti e avrebbero riportato ferite non gravi, “ma restano ricoverati in ospedale”, fa sapere l’Unifil. Secondo fonti militari libanesi citate dall’Ansa, si tratta di due caschi blu di nazionalità indonesiana.
Non sarebbe l’unico attacco: Fonti dell’intelligence militare libanese citate dall’Ansa riferiscono che Israele ha aperto il fuoco contro la base UNP 1-31 sulla collina di Labbuneh, nell’area di responsabilità del contingente italiano. Secondo le fonti locali, dopo che un drone israeliano ha ripetutamente sorvolato la base, i colpi israeliani hanno preso di mira l’ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani. Nell’attacco sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura. L’attacco è stato confermato anche dall’Unifil che, nella stessa nota scrive che, mercoledì 9 ottobre, i soldati israeliani “hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione”. Hanno anche “deliberatamente sparato su UNP 1-32A”, una base “dove si tenevano regolari riunioni tripartite prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione”.
Unifil: “Attacco viola il diritto umanitario internazionale”
“Ricordiamo all’IDF e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire l’incolumità e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare in ogni momento l’inviolabilità delle sedi delle Nazioni Unite”, si legge nella nota che ribadisce dell’Unifil. “Qualsiasi attacco deliberato contro le forze di pace costituisce una grave violazione del diritto umanitario internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza”, conclude il comunicato.
Il ministro Crosetto convoca l’ambasciatore israeliano: “Intollerabile”
In seguito alle notizie arrivate dal sud del Libano, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha convocato con urgenza l’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled.
“Questi incidenti sono intollerabili, devono essere accuratamente e decisamente evitati. Per tali motivi ho protestato con il mio omologo israeliano e con l’ambasciatore di Israele in Italia. Stamane ho trasmesso una comunicazione formale alle Nazioni Unite per ribadire l’inaccettabilità di quanto sta accadendo nel Sud del Libano e per assicurare la piena e costruttiva collaborazione dell’Italia a tutte le iniziative militari volte a favorire una de-escalation della situazione e il ripristino del diritto internazionale. La sicurezza dei militari italiani schierati in Libano rimane una priorità assoluta per me e per tutto il governo italiano, affinché i paecekeeper italiani continuino la loro opera di mediazione e di sostegno alla Pace e alla stabilità del Libano e dell’intera regione”, ha detto il ministro.