Sorpresa: le emissioni di CO2 non vanno più di pari passo con l’andamento del Pil. Ergo: la produzione industriale e i consumi, che di solito sono responsabili di buona parte dell’inquinamento atmosferico, non lo sono più dei cambiamenti climatici, che per esempio in Italia nel secondo trimestre di quest’anno hanno costretto le fonti rinnovabili a produrre meno energia, con un conseguente incremento della produzione termica e dunque delle emissioni.
Nel dettaglio, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha rilevato che nel nostro Paese da aprile a giugno le emissioni dei gas serra hanno registrato un incremento rispetto all’anno precedente, pari allo 0,8%, a fronte di una diminuzione del Pil pari a -0,1%, sempre confrontato con lo stesso periodo dell’anno precedente.
Si è dunque verificato quello che viene tecnicamente definito un disaccoppiamento (decoupling) tra l’andamento delle emissioni e la tendenza dell’indice economico, una circostanza non troppo confortante perchè a un decremento del Pil, solitamente, è associato un incremento delle emissioni di gas serra.
L’incremento stimato da Ispra è principalmente dovuto alla massiccia crescita dei consumi di combustibili per la produzione di energia elettrica (+4,4%), dovuta prevalentemente alla riduzione della produzione di energia idroelettrica e eolica, mentre in compenso risultano in decremento i consumi – e quindi le emissioni – di carburanti nel settore dei trasporti (-0,8%) e di gas naturale nel settore del riscaldamento domestico (-3%).
La gestione dei rifiuti presenta anch’essa delle emissioni in riduzione (-3,9%), grazie allo sviluppo dei sistemi di selezione e trattamento ma il peso specifico di questo settore è meno importante rispetto agli altri. Stabile invece, secondo i dati di Ispra, il livello di emissioni prodotte dal settore agricolo.