Raccolte in pochi chilometri, ma sostenibili e in concorrenza con le grandi. Le isole minori italiane affrontano la stagione turistica 2021 con lo spirito di chi riparte dopo uno stop forzato e inatteso. La pandemia ha minato uno slancio iniziato anni fa all’insegna di quello che un tempo chiamavamo ecoturismo. Da anni queste piccole realtà fanno rete tra loro. Nell’elenco troviamo Capri, Ischia, Procida, Ventotene, Ponza, Salina, Lampedusa, La Maddalena, Le Tremiti, Elba. Quando è stato scritto il PNRR , Francesco Del Deo, presidente dell’Associazione Ancim, nonché Sindaco di Forio d’Ischia, ha parlato con mezzo governo per far capire l’importanza di questi luoghi nella ripresa post Covid. Lontano da ogni strumentalizzazione politica, a capire che l’importante è stare tutti da una parte sola. A Roma e sui territori.
C’è da riattivare,infatti, un business milionario intorno a tre punti, almeno: mare, ambiente, accoglienza. «Si ho approfondito il PNRR e mi sono confrontato con i ministri Garavaglia, Gelmini, Carfagna e Cingolani, dice Del Deo. «Il PNRR è un documento complesso e molto articolato. In alcune misure considera in modo specifico i territori e gli abitanti delle isole minori. È un ottimo risultato, raggiunto grazie ad un attento e certosino lavoro portato avanti in questi anni dall’ANCIM».
Si può immaginare la nuova stagione intorno a quei fondi, ma i tempi tecnici per l’erogazione sono tutti di là da venire. Del resto solo per 18 di esse è stata ipotizzata la fibra ottica.
Nei fatti, in 87 isolette ci sono 35 Comuni e 240 mila abitanti, che vogliono essere ascoltati. Chiedono di contare nelle scelte nazionali e qualcosa si muove. Rappresentano una ricchezza inestimabile con centri e siti di interesse storico, archeologico, artistico e culturale, ma anche agricolo e ittico. «Hanno una propria economia che si differenzia dal resto d’Italia. Un’economia stagionale per alcuni versi e tradizionale per altri, fatta di periodi in cui il giro d’affari vive dei picchi molto alti e dei periodi di bassa stagionalità» aggiunge Del Deo.
Di che giro d’affari parliamo?
«Recentemente ho proposto al Ministro Garavaglia, l’idea di creare un Centro studi focalizzato sull’andamento dell’economica nelle Isole minori italiane per fornire strumenti di studio ulteriori a quanti vogliano investire e fare impresa sui nostri territori. Pensi che la sola isola di Ischia, in periodo precovid19, rappresentava il 41% del PIL turistico dell’intera Regione Campania. Una percentuale che si riversa non solo sulla Campania, ma su tutto il Paese in termini di gettito fiscale. È un’idea quella del Centro studi che abbiamo sempre avanzato e che speriamo questa volta si possa realizzare a breve».
A questo punto arriva rapido il confronto con le altre piccole isole del Mediterraneo e non solo…
«Certo, per Paesi come la Grecia o la Spagna le Isole Minori sono da sempre considerate patrimonio culturale, sociale ed economico per i loro Paesi. Speriamo questo possa avvenire, finalmente, anche con questo Governo che ha riscoperto il Ministero per il Turismo. È assurdo che in un Paese come l’Italia, che detiene l’80% del patrimonio artistico culturale mondiale è mancata, per tanti anni, l’istituzione di un Ministero per il Turismo per promuovere anche questo settore. Le Isole Minori possono, anzi devono rappresentare il punto di inizio di una nuova era fatta di sviluppo, di sostenibilità e di innovazione condivisa».
Arriviamo alle leve di successo. Sicuramente all’approccio innovativo accoglienza- ecosistema. Il libro bianco «Sole Mare Vento» curato dall’ANCIM ha fatto il giro del mondo come modello di business turistico con la valorizzazione delle fonti energetiche pulite. Sono state valutate le ricadute dei cambiamenti climatici e considerate tutte le fonti energetiche per individuare quelle più adeguate per realtà geografiche così ridotte. Il libro bianco parla anche di plastica , mobilità, rifiuti, acqua. Ma averlo apprezzato non ha prodotto tutti gli interventi necessari. Bisogna fare ancora parecchio per interconnettere l’energia elettrica, costruire nuovi impianti eolici o fotovoltaici , superare strutture alimentate da combustibili no green.
Eppure 5 anni fa le isole minori firmarono il manifesto dello sviluppo sostenibile. Presidente Del Deo, avete anticipato i tempi.
«L’ANCIM anche in questo ambito è stata precursore dei tempi. Parlare di sviluppo sostenibile e della creazione di laboratori green sulle nostre isole fin dal 2016 significa giungere ora, nell’epoca del “green deal”, già con un bagaglio di conoscenze di non poco conto. Le Isole Minori rappresentano sia per conformazione geografica che per indole degli abitanti, la location ideale per l’applicazione di progetti rivolti allo sviluppo sostenibile dei territori».
Cosa è stato fatto?
«Alcuni dei punti trattati nel Manifesto siglato nel 2016 con l’allora Ministro Franceschini sono stati realizzati. Altri sono stati aggiornati in base all’evoluzione della società e dell’economia. Dal 2016 sono cambiate tante cose. La pandemia ha modificato tutti i paradigmi finora noti, ma lavorando tutti insieme sono convinto che si possano vincere tutte le sfide che la vita ci pone davanti».
L’epidemia ha lasciato il segno sulle vostre economie….
«Queste isole basano quasi esclusivamente la propria economia sul turismo. Certamente hanno risentito più di ogni altra località il peso di questa epocale crisi che attraversa tutti i settori della nostra quotidianità. Sono convinto che grazie allo spirito di comunità e alla tenacia che caratterizza noi residenti delle isole minori, riusciremo a voltare pagina. Anzi a diventare il motore forte e vigoroso di una ripresa nazionale».
Anche verso i turisti stranieri la cui presenza aiuta la nostra economia?
«Il brand Italia passa soprattutto attraverso la notorietà di Capri, Ischia, Procida, Ponza, Salina, Lampedusa, Le Tremiti, Elba, ecc. Hanno una identità visiva molto forte. Oggi risulta fondamentale unire ancor di più le forze e iniziare a promuovere questa grande ricchezza in modo più incisivo ed unitario. Le Isole Minori rappresentano la meta ideale per tutti i tipi di vacanza in quanto i territori offrono esperienze legate al mare ma anche alla montagna, intrecciando, così, storie di terra e di mare. Un unicum molto apprezzato all’estero, ma anche dal turismo nazionale».