Il sisma di Ischia, per quanto di intensità ridotta a quelli che hanno tragicamente fatto la storia dei terremoti in Italia (da ultimo quello di Amatrice, che risale esattamente a un anno fa), ripone al centro dell’attualità il rischio sismico sulla penisola, con tutte le tematiche annesse come quella dell’abusivismo edilizio, della prevenzione e della ricostruzione. Il terremoto avvenuto due giorni fa è il quinto di una certa rilevanza verificatosi in Italia negli ultimi 12 mesi: da quello di Amatrice del 24 agosto scorso, passando per le due scosse autunnali sempre nel Centro Italia, la seconda delle quali molto forte, il 30 ottobre, con epicentro a Norcia, fino a quella del 18 gennaio a Capitignano. Le magnitudo in quei casi sono state tutte comprese tra i 5.5 e i 6.5 gradi della scala Richter.
A Ischia le vittime sono state due, ma sono ancora di più i feriti, anche gravi, e gli sfollati che arrivano ad essere oltre 2.600, con tutto ciò che comporta anche sul fronte del turismo, su un’isola relativamente piccola e che vive anche e soprattutto di quello. Riproponiamo dunque la mappa del rischio sismico in Italia, nell’ultima versione aggiornata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Dalla mappa emerge che Ischia, così come la città di Napoli, si trova in un’area di pericolosità media, sensibilmente inferiore a quella di zone già duramente colpite come il Friuli, il Centro Italia, l’Irpinia, la Calabria e la Sicilia.